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Aggiornato: 17 giugno 2025


In questo indirizzo dato al Neoplatonismo che da speculazione pura si trasformava in religione positiva, Porfirio ha mosso i primi passi, ma il razionalismo assai chiaro da cui era guidato, lo fermò a quel punto, oltre il quale la religione diventa superstizione e magìa. Dice di lui, infatti, S. Agostino «Porphyrius quamdam quasi purgationem animæ per theurgiam, cunctanter tamen et pudibunda, quodam modo, disputatione, promittit. Reversionem vero ad deum hanc artem portare cuiquam negat, ut videas eum inter vitium sacrilegæ curiositatis et philosophiæ professionem, sententiis alternantibus, fluctuare». I suoi successori, primo fra i quali, Giamblico, e poi Edesio, Crisanzio, Massimo e finalmente Giuliano, andarono al di l

Va bene. Tutto ciò richiede un’occasione, vuole un complice; bisogna trovare il mezzo, il luogo, la congiuntura, per abbandonarsi a questa folle poesia. Oh, l’amore del ventesimo secolo, come diventa una cosa complicata, e, se vogliamo, anche un po’ sconclusionata! Non vi pare, Madlen? No? A voi non pare?... Meglio così.

E alcuna volta parturisce disonestá nella persona del proximo, per la quale ne diventa animale bruto, pieno di puzza; e non atosca uno due, ma chi se gli appressima con amore e conversazione ne rimane atoscato.

Ma le rose languiscono, le cime dei petali sono bruciate, tutte hanno in qualche parte un punto nero, una traccia bruna, un'ombra; gli steli sono curvati. Pure il profumo raddoppia, diventa più acuto; lo specchio del caminetto riflette il gruppo delle rose, quello di fronte lo torna a riflettere e lontano, lontano, quasi all'infinito, si ripete senza numero la passione di quei fiori morenti.

[Nota 71: Orig., Rosa. Chiedo scusa ai lettori di questa mutazioncella, per cui diventa nome proprio un termine convenzionale della lirica amorosa dell'et

Adesso che ci penso, dicono che tante volte chi si lascia prendere dall'amore diventa sciocco; diavolo! con vorrei anch'io per niente affatto seguire codesta regola!... Oh, ma chi ha il mio ingegno non lo smarrisce tanto presto.

Data la premessa di voler esprimere l’inesprimibile, è certo che queste formole alessandrino-atanasiane, in cui si risente il soffio dell’origenismo platonico, hanno un valore metafisico assai più alto delle formole ariane, le quali, col loro apparente razionalismo, non danno ragione di nulla. Non vi può essere una teologia razionale. Ogni pretesa di fondare la teologia sulla ragione conduce ad un disastro inevitabile. La teologia diventa tanto più accettabile quanto più si allontana dalla ragione per avvolgersi nel mistero. Se gli Ariani fossero risolutamente usciti dal pensiero metafisico per ricollocarsi nella semplicit

A quella luce cotal si diventa, che volgersi da lei per altro aspetto è impossibil che mai si consenta; però che ’l ben, ch’è del volere obietto, tutto s’accoglie in lei, e fuor di quella è defettivo ciò ch’è perfetto. Omai sar

Si domanda: 10. Che si deve dire e fare se uno degli sposi, per maleficio, diventa idoneo con altro maleficio o con qualsiasi altro mezzo illecito?

Dieci ducati di oro! E' ci era da comprare un reame. Volevamo andare tutti: per metterci d'accordo facemmo il conto, e toccò a me. Sciogliemmo le corde, che noi altri cacciatori di montagna costumiamo tenere cinte a più doppii intorno alla vita, ed annodatele insieme ci parve potessero bastare per giungere laggiù: mi calarono; con la sinistra agguantava la corda, con la destra stringeva la coltella tagliente meglio di un rasoio: arrivo al nido, lo stacco, me lo assicuro fra il braccio, e il costato. Gli aquilotti strillano, sono sordo; gli aquilotti beccano, gli lascio beccare: agito la corda, mi tirano su, ed incomincio a salire piano piano come una secchia: ogni cosa cammina d'incanto. Giunto a due terzi, e forse saranno stati anche i tre quarti, della salita, mi percuote un rumore di aria rotta violentemente a modo di turbine, e m'intronano stridi disperati. Il giorno diventa buio, e al tempo stesso due punte m'investono, di cui l'una mi straccia la pelle del capo, e l'altra mi fora il cappello, e se lo porta via; perocchè le aquile fossero due, maschio e femmina, e a quanto pare, come Gildippe ed Odoardo, amanti e sposi: per giunta poi, genitori degli aquilotti che portavo meco. Ambedue rivolsero il volo per piombarmi di nuovo a perpendicolo sul capo. Io non aveva mai visto aquile così sterminate. Santo Uberto mi aiuti! Quando mi vennero vicino menai colpi da disperato; ne giunsi una fra la spalla ed il collo, ma non la ferii bene; all'altra mozzai un quarto di ala: ma egli era nulla; si alzavano, si abbassavano, volteggiavano, mi ferivano nel petto, su le spalle, nei fianchi, si avventavano così ratte ad artigli spiegati contro i miei occhi, che davvero incominciai a pentirmi di essere disceso laggiù: però mi difendeva il molinello, che faceva stupendamente veloce con la coltella per tutta la persona. Pensate un po' voi se dovevano, o no, essere nuovi spettacoli un cristiano sospeso per l'aria, che girava girava come fuso che torce la canapa, col nido degli aquilotti in collo, giuocare di scherma incontro alle aquile, le quali con tutte le malizie loro s'ingegnavano lacerarmi, e lo abisso pieno di stridi degli uccelli, e di voci umane le mille volte ripetute dagli echi, di penne svolazzanti, di sangue grondante, e di furore. Nel voltare la faccia in su incontro la faccia dello sconosciuto sporgente dalla balza, che rideva mostrando i denti a guisa di lupo quando ha fame; mi si abbagliarono gli occhi, e un sudore diaccio mi corse lungo la spina... Santa Vergine! Quale orrore! Nel menare colpi io aveva per inavvertenza tagliata più che mezza la corda, gi

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