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Aggiornato: 25 maggio 2025
Non vi è tempra che resista all'urto incessante delle delusioni. Gustavo Modena si lasciò vincere da una cupa misantropia. Associato alle trame segrete dei mazziniani, compromesso in ogni cospirazione, egli disperò forse in cuor suo di veder mai realizzarsi le splendide utopie del partito. Visse lunghi mesi in ozio sdegnoso, prostrato da un malessere morale che allarmava la moglie e gli amici. Quando gli avveniva di ricalcare la scena, le entusiastiche ovazioni e gli astiosi insuccessi non valevano a scuoterlo dalla profonda apatia. Qualche cosa dell'artista era morto in lui; più volte, a met
Il povero giovane si disperò, pianse come se avesse ricevuto un annunzio di sventura. Non poteva perdonare a sè stesso di avere creduto quell'enormit
Quante ore notturne vegliò Nancy pensando a queste Prime Parole!... e rivoltandosi nella stretta cuccetta, rigirando il cuscino per sentirne il fresco sulla guancia accaldata, Nancy palpitò e tremò, sorrise e si disperò, pentita un istante, beata l'altro, finchè il grande piroscafo premette cigolando il fianco contro i pilastri del porto di Havre. Nancy arrivò a Parigi alle tre del pomeriggio.
Di Federico, continuava ella, non posso dolermi molto, non ha mai saputo quale amicizia mi legasse a suo padre; ignora che io possiedo i suoi segreti.... È naturale che egli, cavaliere brillante, ricercato, non abbia potuto occuparsi di me: suscettibile, come tutti i militari valorosi, è giusto che il disonore di una sorella lo abbia offeso al punto, da rendergli impossibile il parlarne.... soprattutto con chi l'aveva in custodia... Ma non dispero disingannarlo.... Se sapesse la verit
Franchi sogghignando fissava il Gesuita, e tra sè diceva: «Negromante, mio se non m'inganno, oggi non si tratta di menar bottiglie, e non dispero d'una mano di bastonate, se non ti tocca di peggio;» ed il prete sembrava fra il rumore della folla capire il monologo ed il sogghigno dei Volontario e ne rabbrividiva sino nel fondo dell'anima sua perversa.
Don Gabriele ruminava ancora questo progetto quando, discendendo di diligenza all'angolo della strada S. Giacomo e del Largo del Castello, si trovò faccia a faccia col teatrino del suo allievo che spippolava ad un magro uditorio non so che scipida cantafera. Don Gabriele corse ad udirlo. Fremè, la bile gli arrossò il naso ed i bernoccoli. Assistè all'anelito estremo dell'arte e disperò.
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