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Aggiornato: 29 giugno 2025
Di fargliela avere? interruppe il Pietrasanta. Sicuramente. Se oggi non viene, domani lo scoverò io. Un moto delle labbra di Lorenzo dimostrò ad Enrico Pietrasanta che non bastava ancora. Si tratta di cosa grave? dimandò egli, mettendo la sua gaiezza mattutina in disparte. Gravissima; almeno per me. Diamine! e perchè non dirmelo subito?
No: non ti serbo rancore. Mi vuoi bene, un poco, allora? disse ella, scioccamente. Egli rabbrividì: tremò. E disse: No, niente. Così, si lasciarono. Dissidio. Dunque, mi amate? ella domandò. Io vi amo. E voi? egli chiese. Anche io vi amo. Ma perchè non erano felici, dopo quella confessione? Perchè quella permanente nube di tristezza in entrambi? Avete molto tardato a dirmelo ella soggiunse.
Signor cavaliere, le prometto che saprò dove è andato il Gentili. Sì, bravo, a quest'ora! Farò quel che potrò, anche in ritardo. Poichè non vuol dirmelo Lei.... Oh, non ci mancherebbe altro, che io le dessi l'esame e le suggerissi la risposta! Vada l
Poi ho una delle mie donne, che mi è intieramente devota, quella che impiegai sempre per comunicare con voi.... Fu dessa che, sotto un suo particolare pretesto, ottenne dal giardiniere la chiave di questa stanza. Ora ella veglia qui presso. Addio dunque, donna Maria: rammentatevi di me. Potete voi dirmelo? Chè non mi è dato rattenere il tempo?
Oh! dimmelo, Giulia!... Perchè non vuoi dirmelo?... No! No!... Non voglio più che ti posseggano, Giulia, i miei occhi, le mie labbra, le mie dita... No! No!... Tu devi appartenere soltanto alla mia Anima!... E più non avrai da me l'esecrabil carezza, poichè muoio di gelosia per tutti gli amanti che nel tuo letto condussi dandoti il mio corpo!... Gli amanti di Giulia.
Ma provavo, più forte della mia ragione, una specie di civetteria sentimentale, che ambiva di eccitare un rimpianto in quel cuore che era stato mio per tanto tempo. « Ve lo domando pel passato, risposi. Ah! per rassegnarvi così freddamente bisogna che non mi abbiate amata mai. « Fulvia, volete dire che ho mentito con voi? Avete ragione di dirmelo?
Ma è falso, Roberta! No, non è falso: mi hai mandata via.... Perchè? Potresti dirmelo, tu che mi ami tanto, potresti dirmi il motivo pel quale non mi hai concesso di passar teco la notte? Non è forse perchè ti faccio orrore, perchè sai che la mia malattia è probabilmente contagiosa; perchè hai ribrezzo di tua sorella, infine?... Roberta, che cosa dici?
Colui che combatte nel vastissimo campo del mondo, davanti agli occhi della folla, ora sotto l'amarezza dei fischi, ora nelle grandi ed aride consolazioni dell'applauso o colui che si ristringe, ignorato, ignorante, nella famiglia? Io non lo so; e nessuno, nessuno può dirmelo.
LECCARDO. So che sei d'una naturaccia larga e liberale, che ciò che ti è cercato in presto tu doni. CHIARETTA. Su, di' presto, che vuoi? LECCARDO. Che mi presti la.... CHIARETTA. La che? LECCARDO. La..., mi vergogno di dire. CHIARETTA. Se ti vergogni dirmelo di giorno e in piazza, dimmelo all'oscuro in casa. LECCARDO. Vorrei che mi prestassi la gonna di Carizia.
E quest'uomo si chiamerebbe? Ahmed Mohammed, disse il beduino audacemente. E tu hai coraggio di dirmelo in faccia? E perchè dovrei tacere? Sai che ti trovo ben ardito? A un beduino è permesso di essere ardito. Se un altro avesse detto tanto non avrebbe più la sua testa sulle spalle. Vattene! E il mio uomo? Che muora. Tu manchi ai tuoi giuramenti, Ahmed! esclamò il beduino furibondo.
Parola Del Giorno
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