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Aggiornato: 8 maggio 2025


LAMPRIDIO. L'offesa me la fate ben voi, anima mia, con dir che queste m'offendano: che mentre mi stringono appo voi mi fanno piú libero dell'istessa libertade; e che sia vero, ecco che da me stesso son venuto a farmevi prigione. Ma quelle che mi stringono nell'amor vostro, sempre ch'io pensassi disciorle m'allacciarebbono in duri ceppi e in amarissima prigione.

ATTILIO. Madre, ciò facendo vi arò piú obligo che della vita che donato mi avete, quando mi partoriste; ché, amando costei piú dell'istessa vita, donandomi costei, mi donate la vera vita. TRINCA. Ma bisogna, padrona, quando v'incontrate, usar quelle accoglienze come si fosse la propria Cleria vostra figlia; e dimandandovi di alcune cose, le sappiate rispondere e, di quelle che non sapete, tacere.

Il secondo disordine è quello, che si è detto, di causare la bassezza della lega, che non apportaria utilitá nella materia, ma nella forma, e contradiria alla giustizia, dandoli maggior prezzo del giusto; e questo causaria l'altro disordine, che si disse, dell'istessa lega bassa, che portaria danno a' sudditi e al prencipe in tempo che se ne volesse servire per fuora Regno.

Assicuratevi tutta nella mia fede, che la troverete piú fedele dell'istessa fedeltá, e sappiate che dubitar nella fede dimostra infedeltá. CLERIA. S'io non fusse fidelissima, non vi arrei amato e servito con tanta fede.

Nella seconda si mostra che in alcune altre sorti di monete v'interveniranno rotti, non per causa del real valore delle lire 6 per oncia del fino, ma per cagione delle leghe rotte, e del numero variato delle monete alla libra delli medesimi valori e dell'istessa lega, e delle fatture non conformi alle altre.

Io ti giuro per la tua vita, a me piú cara dell'istessa mia vita, che se non conoscessi nell'interno della mia conscienza non averti offeso per nequizia o malignitade, ch'io medesimo me la darei per le mie mani; ma perché non ho alcun rimorso nella mia mente, fa' che ne speri perdono dalla tua benevolenza.

PIRINO. Egli vi ama tanto che, per far libera voi, s'è fatto servo e, per ricomprar voi, s'ha fatto vender per ischiavo e, per rischiarar gli oscuri nuvoli de' vostri affanni, s'è fatto piú oscuro dell'istessa oscuritá. MELITEA. Io non t'intendo. PIRINO. L'intenderete poi. Ma or vo' scoprirvi tutte le cose che son passate ne' vostri amori. MELITEA. Orsú, di' via.

Lo trovai seduto in una poltrona, il cui dossale sovrastava di due palmi alla sua testa calva, e al dossale un'arme gentilizia baronale dell'istessa noce tarlata.

AMASIO. Ed io vorrei che piú tosto opponeste il giudicio e la ragione in considerar che tanto tempo l'avete servito piú dell'istessa servitú senza esser stata giamai con un sol piacevol atto guiderdonata, e non pensar a quella bellezza ch'è sol bella per chi è pietosa; ché per l'amor che vi porto e che conosco che portate a me, pato le medesime passioni che patite voi, anzi a voi non cade una minima lacrimuccia dagli occhi che tutti non sieno rivi di sangue che mi piovono dal core e m'affligono d'un'afflizione intolerabile: posso far che non vel dica.

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