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Aggiornato: 21 giugno 2025


E quando quell'audace irrequïeto Tornava a' suoi deliri, investigando Con indagin profana alti misteri, Scontento si sentiva e sen dolea; Ed in di quel giorno Lugdunense La ricordanza ridestava, in cui S'era con fede innanzi a Dio gettato; E tale avventurosa ricordanza Lui consolava, e gli rendea sovente, Od accresceagli della fede il raggio!

Ugo, ti aspettavo tanto! Ecco adunque, come racconta il vecchio di Malandaggio, uniti il cavaliero ardente e la promessa sposa di Oberto, un boscaiuolo e una montanara, Silverio e Maria. Ugo in due anni era cresciuto di corpo, dimagrato di volto, ma sempre contento, come marito, come padre, senza più gli ardentissimi tormenti pei deliri d'amante e di figlio.

È allor ch'io medito dei melanconici Miei versi il flebile metro!... Di lagrime Un vel m'intorbida l'occhio languente; Allor, dolente D'inconsapevoli mali, di squallidi Giorni d'angoscia sento il presagio; Ricordo i rantoli dei moribondi, Penso ai profondi Misteri, ed évoco mille fantasimi Torvi, ed enumero tutte le noje, Tutte le ambascie, tutti i sospiri, Tutti i deliri,

La mia vita in sei anni fu eterna e brevissima, felicissima e infelicissima: speranze, scoraggiamenti, voli, cadute a precipizio: certezze, febbri, languori, tormenti... chi può dire? oblio, anche oblio! deliri, pazzie nei sogni, nei desideri: e santa castit

E i tuoi bastardi con che cosa gli nudrisci? Luisa tu deliri... Oh! di me nulla m'importa, vedi, perchè io tornerò a casa dei miei parenti; e quantunque abbiano provato la fortuna contraria, pure so che mi accoglieranno di cuore; e poi a me non duole guadagnarmi, lavorando, da sostentare la vita.

Mutati i lauri in pampini. Nuda dal capo ai piedi, A mense interminabili Volle Eterie e Cinedi; E, brïaca, in un'orgia, Di vino e di deliri, Cadde dai drappi assiri Sul pavimento d'or. Fra i bianchi intercolonnii Ella era ancor sopita, Quando un profeta mistico Venne a chiamarla in vita. Ei la coprì col ruvido Manto, le diè una croce, E colla blanda voce Le favellò d'amor.

Tocco la tazza dove beve il mio padrone, che è d'argento; non posso toccar te? NEPITA. Pensi che se lo sapessero i miei parenti, non te ne farebbono pentire? GRANCHIO. Tocca tu me, che i miei parenti non se ne curano. NEPITA. Tu sei ben un cattivo. GRANCHIO. Cattive son le vesti, ché, si mi vedesti nudo, ti parrei bellissimo. NARTICOFORO. Tu veramente deliri e patisci di lucidi intervalli.

Chi mi disse che il fùnebre Campo, ov'io sono, ispiri Pensieri melanconici, Desolanti deliri? Chi mi disse che incutono Disinganni e paure Le mille sepolture Che stan dinanzi a me? Qui, dove gli altri parlano D'incompresi destini; Qui, dove gli altri perdonsi In mar senza confini; Qui, dove tutti fremono D'indicibil terrore, A me si spegne in cuore Ogni bugiarda .

Se una scintilla dell'anima mia V'arse un istante, siatemi cortesi D'una lagrima. Ho qui dentro un'angoscia Che non ebbi giammai!... Oggi ho perduto L'illusione del mio primo amore! Un amore di fuoco, uno sfrenato Abbandono dei sensi!... Oggi colei, Che ieri ancor nei supremi deliri Mi chiamava il suo angelo, m'ha detto Che spento a un tratto si sentì nel coro Ogni disio di me!

Que' precetti, che allora venivano dettati da noi, non erano per comune nostra fortuna uditi da altra anima vivente che ne potesse redarguire la troppa presunzione; e come ignote a noi sono le regole dell'arte musica, e cosí rimanevano ignoti agli altri i delíri nostri intorno a lei.

Parola Del Giorno

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