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Erano corsi da Firenze dove c'era troppo vento, a Nervi dove c'era troppo caldo; da Nizza dove c'era troppo rumore, ad Airolo dove c'era troppo silenzio; finalmente, con un impeto di speranza, con un affrettato raccogliere di scialli e pastrani di pennelli e colori, di pattini e ski, erano partiti per Davos. E a Davos brillava il sole e nacque béby!

Come le piace Davos? chiese. Tanto, rispose Edith. E il giovane approvò col capo e sorrise. La ragazza russa aprì gli occhi neri e guardò Edith. E' appena arrivata? domandò. , da tre giorni soltanto, rispose Edith. E lei, da quanto tempo è qui? Da quattro anni, disse la ragazza, richiudendo gli occhi. Edith volse il capo verso il giovane tedesco, scambiando con lui un'occhiata di compassione.

Tom Avory usciva con pattini o «bobsleigh» ogni mattina, e in otto settimane era cresciuto di peso quasi tre chili. Ecco che un giorno una signora americana, di cui il figlio era moribondo, disse a Valeria: Non è bene per la vostra piccina di stare quassù. Mandatela via da Davos; o quando avr

Tom e Valeria decisero di non correre rischi. Una mattinata nevosa, si misero tutti in viaggio per Landquart; ivi Tom doveva lasciarle proseguire da sole, il dottore avendogli raccomandato di tornare subito a Davos. Ma a Landquart la bambina piangeva, e Valeria piangeva; dunque Tom saltò nel treno con loro e disse che le accompagnerebbe fino a Zurigo; col

Mentre gli amanti così, quasi per celia, invocavano la Morte, lontano, nella Casa Grigia, quella macabra Visitatrice si era avvicinata, si era tolto il velo dall'orrore del viso, ed ora batteva, batteva alla porta... Un mattino la signora Avory, svegliatasi, trovò l'ultima delle sue figlie convulsa, con le labbra intrise di sangue. Un dottore chiamato in gran fretta aveva suggerito: Davos!