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Aggiornato: 23 giugno 2025
S'erano radunati nello stretto corridoio della scala, all'appoggiatoio della quale Flora stava attaccata per non cadere. Alle troppe domande rispondeva crudelmente l'imbarazzo e il silenzio dei presenti. Fu il Cresti che uscì finalmente a dire: Nessuno è morto: solamente una ferita leggera... Il vostro spavento dice di più: no. Ezio è in pericolo... Datemi quel telegramma che avete ricevuto...
Li udite i singhiozzi della terra?... La Terra agonizza nell'orrore della luce!... Troppi soli si chinarono al suo livido capezzale! Bisogna lasciarla dormire!... Ancora! Sempre!.. Datemi delle nuvole, dei mucchi di nuvole, per coprire i suoi occhi e la sua bocca che piange! A queste parole il Sole ci porse dall'estremit
Sarò io, chetatevi, sarò io! disse gravemente l'eletto. Ma badate! il maresciallo vuol doppia razione. Datemi dunque dugento lire; se no, cedo l'onore ad altri. Io sono stanco di gloria, e se non viene la paga doppia, mi contento del grado di semplice carabiniere. Il diavolo si porti l'Architetto! Vuol quello che vuole. Ma.... io non vi cerco! Siete voi altri che volete innalzarmi, non io.
Clara Lieti e i due nostri cavalieri gli dettero subito un po' della loro cena, ridendo, mettendo tutto nello stesso piatto. Egli cenò quietamente, in piedi, senza rivolgermi la parola. Io chinavo gli occhi, abitata. Egli si curvò, a dirmi sottovoce: Datemi la vostra coppa di champagne. Io non seppi fare altro che porgergliela. La mia mano tremava lievemente.
Non vi ho dunque detto abbastanza? ripigliò il Padre, corrugando la fronte, e col tuono severo di prima. Or bene, datemi ascolto. Non per nulla, io cercava fin qui di staccarvi dalla perniciosa influenza, non dirò della famiglia, ma del fratel vostro. Io sapeva come costui avesse cominciato male; e di fatto, non tardò a pregiudicar sè stesso in faccia alle persone oneste, a svegliar l'attenzione dell'autorit
Ella fe' l'atto di allontanarsi, ma il conte non gliene lasciò il tempo insistendo con energica risolutezza: Loreta, Loreta, datemi il modo ch'io possa parlarvi! Ve lo domando come una grazia.... ve lo domando pel ricordo di tutto il passato! No, no, non posso! ella mormorò con voce strozzata. Dovete poterlo, Loreta.... od altrimenti, ve lo giuro, il modo saprò trovarlo io stesso!
Infine, udì uno strepito dietro a lui. Si volse ratto, si levò. Era un prete di provincia che passava e gli gettava un soldo, rimettendo in tasca qualche pezzo di moneta bianca. La vista di quel danaro dette i brividi a Gabriele. Tutti i suoi istinti si risvegliarono, tutti i suoi desideri lo azzeccarono alla gola e lo strangolarono. Un mondo di luce, un mondo di tenebre, passarono in un attimo innanzi agli occhi suoi. E' corse dietro il prete, si prostrò alle ginocchia di lui e gli disse: Datemi quel denaro, padre mio; per piet
Bravo Michele! Questo si chiama ragionare. Io bevo alla vostra salute. Ed io alla vostra. Datemi da bere. Non so, ma a parlare di quel marrano, mi si rimescola il sangue, e mi s'inaridisce la gola. Segno che si ha da bere! disse con aria grave il Garasso. E poi, come l'è andata?
Padre, o padre! voi che tutti venerano come un santo, voi che passate pel mondo sorretto da una forza divina, datemi voi un aiuto.... Io non ho nessuno accanto a me; non ho più mia madre; mia figlia è lontana, chiusa in un lontano convento.... Ditemi voi, padre, come vincere in questa guerra....
64 Sia vero o falso che Ginevra tolto s'abbia il suo amante, io non riguardo a questo: d'averlo fatto la loderei molto, quando non fosse stato manifesto. Ho in sua difesa ogni pensier rivolto: datemi pur un che mi guidi presto, e dove sia l'accusator mi mene; ch'io spero in Dio Ginevra trar di pene.
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