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Aggiornato: 8 giugno 2025


La damigella le stette dinanzi sbigottita, come quella che non aveva mai inteso tanto acerbo rimprovero. Yole gravemente aggiungeva: «Porgimi il velo, Gismonda; sento il bisogno di aere più puro. Voi tutte restate, Gismonda sola mi accompagni nel giardino

«Parli, rispose subito commossa damigella Maria, esperta a conoscere ogni più secreto moto dell'animo altrui, solo a udirne la parola: niuno qui può ascoltarla, parli, comandi....» E così dicendo, cercava colla sua la mano di lui.

Perfino i re facevano noto i propri vizii senza vergognarsi, ed i signori della corte prestavano loro man forte e li incitavano. Enrico II pregava la regina Margherita, che vi si prestava di buona grazia, d’assistere allo sgravo di una damigella di onore da lui incinta alla et

Pur ruminando, come uscir di gabbia potesse, andava, e in sta ben raccolta; ma le porte eran chiuse in diligenza, perocché la badessa avea temenza. Ipalca damigella andava spesso a visitarla, e Marfisa con quella diceva: Ipalca, a te tutto confesso: sappi ch'io sono un satanasso in cella.

Mi arresto un minuto sul signor Tenca, sesto segretario. Egli fece la sua apparizione nel mondo di una maniera alquanto bizzarra. Egli amava, come si ama a venti anni, una crestaja di Milano, che lo teneva in distanza. Il signor Tenca, dandy caparbio, la perseguitava. Un giorno e' le tenne alle calcagna, e l'incalzò tanto con propositi, con promesse, con attestati di affetto, e forse con sonetti, che la restia donnina si rifugiò nel Duomo. Ed il signor Tenca dietro. Egli avanza, egli rimugina, egli fiuta in tutti gli spigoli; quella si caccia in un confessionale, e questi dentro con lei. Figuratevi! la damigella grida: la polizia arriva; e la polizia austriaca, non sapendo nulla di queste storie di galanteria e di amore, mette le branche sul giovanotto e lo trascina giù pel Corso, in pieno passeggio. Vedendo questo giovane elegante, tutto azzimato ed attillato, in mezzo agli sbirri, ognuno ne prende conto: e saputasi l'avventura e la ragione dell'arresto, la met

119 Non poté, ancor che Zerbin fosse irato, tener, vedendo quella vecchia, il riso; che gli parea dal giovenile ornato troppo diverso il brutto antiquo viso; ed a Marfisa, che le venìa a lato, disse: Guerrier, tu sei pien d'ogni aviso, che damigella di tal sorte guidi, che non temi trovar chi te la invidi.

Poco presso la Donna il piè riposa Sovra il sanguigno suol stesa e gelata Del Turco cavalier l'alma amorosa Per fervido desir tutta agitata; E spesso cangia via, creder non osa Che sia tra' rischi de la gente armata La gentil Damigella, e quinci ei prende A lei cercar fra le disperse tende.

Ma la dama traevasi continuamente a mano il suo Venturino; una grave damigella non le si dipartì mai da fianco; e dietro, alcuni famigli in aspetto di far onore all'ospite, il quale trovò appena agio di poter dirle alcune galanterie, che essa mostrò accettare come nulla meglio che gentilezze universali e insignificanti.

Damigella Maria sedeva al suo posto usato, sotto la cupoletta dei luppoli, mesta per certo fruscio di foglie secche, che il vento le faceva sentire intorno. Quel fruscio le parlava dell'inverno; il quale, sebbene non fosse che mezzo settembre, gi

Chi non avea servitore, poteva averlo, non si restava da farla da cameriere a stesso, preparandosi per la danza, tranquillamente lustrandosi gli scarpini, spazzolandosi i calzoni e la giubba con quella stessa mano che, calzato il guanto color canario di pelle venuto da Napoli, avrebbe poche ore dopo guidato qualche scelta damigella alla contradanza francese.

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