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Aggiornato: 11 maggio 2025
Se la bellezza della greca Frine la fece uscire dall'Areopago assolta da ogni accusa, io sono convinto che all'aspetto della mugnaia i miei giudici non potrebbero essere più severi dei vecchi senatori d'Atene e dovrebbero giudicare con indulgenza un giovane di vent'anni che aspirava alla conquista della Frine del mulino.
Compagni di ventura, il principe d'Atene e il re dei Lapiti, rubarono Elena, ancor tenerella di et
Da indi, si` come viene ad orecchia dolce armonia da organo, mi viene a vista il tempo che ti s'apparecchia. Qual si partio Ipolito d'Atene per la spietata e perfida noverca, tal di Fiorenza partir ti convene. Questo si vuole e questo gia` si cerca, e tosto verra` fatto a chi cio` pensa la` dove Cristo tutto di` si merca.
che fu concetta ne la falsa vacca; e quando vide noi, se' stesso morse, si` come quei cui l'ira dentro fiacca. Lo savio mio inver' lui grido`: <<Forse tu credi che qui sia 'l duca d'Atene, che su` nel mondo la morte ti porse? Partiti, bestia: che' questi non vene ammaestrato da la tua sorella, ma vassi per veder le vostre pene>>.
che fu concetta ne la falsa vacca; e quando vide noi, se' stesso morse, si` come quei cui l'ira dentro fiacca. Lo savio mio inver' lui grido`: <<Forse tu credi che qui sia 'l duca d'Atene, che su` nel mondo la morte ti porse? Partiti, bestia: che' questi non vene ammaestrato da la tua sorella, ma vassi per veder le vostre pene>>.
Che cosa, infatti, non avremmo potuto sperare se ci fosse stato all'esposizione di Parigi bravamente condotto a olio, il Galileo davanti al Sant'Uffizio, composizione del Barabino, che si ammira a Genova, condotta a fresco, nella palazzina Celesia? un'altra Cacciata del duca d'Atene, opera dell'Ussi, che merita da per sè sola il viaggio di Firenze? o un altro Barbarigo, come quello che il Giannetti ha dipinto a Venezia, per la fondazione Querini Stampalia?
Alta e superba nella sculturale Perfezïon delle sue forme pure, Pare una statua greca eppur sa il male Delle tristezze oscure. Divine son le linee del suo volto, Le curve altere della sua persona. Nel bianco petto è un cor che soffrì molto E al soffrir s'abbandona. Invano nel mirare il suo profilo Scorre il pensiero ai lieti dì d'Atene E ricordiam la Venere di Milo. Le ore non son serene.
Da indi, si` come viene ad orecchia dolce armonia da organo, mi viene a vista il tempo che ti s'apparecchia. Qual si partio Ipolito d'Atene per la spietata e perfida noverca, tal di Fiorenza partir ti convene. Questo si vuole e questo gia` si cerca, e tosto verra` fatto a chi cio` pensa la` dove Cristo tutto di` si merca.
Era l'autore della Cacciata del duca d'Atene, il mio buon amico Ussi, ravvolto come un fantasma nella sua lunga abbaia bianca, portata dall'Egitto, il quale era uscito pochi momenti prima dalla sua tenda per fare, in direzione contraria, lo stesso mio giro, e m'aveva colto alle spalle.
Il ritrovamento, di cui toccai più sopra, fu di una massa considerevole di que' piccoli nummi recanti intorno al simbolo di S. Marco la leggenda [I[Vexillifer Venetiarum]I], frammisti a tornesi di Francia e ad altri de' principi d'Acaja e dei duchi di Atene, somigliantissimi nel tipo ai nostri e alla loro volta imitati da' francesi, de' quali ultimi tutt'i rinvenuti nello scavo spettano, a quanto pare, a Lodovico IX il santo, che regnò dal 1226 fino al 1270. Alla qual'epoca appartengono i tornesi, che vi si trovarono frammisti, di Guglielmo II de Villehardouin duca d'Acaja e di Guido de la Roche duca d'Atene, che co' nomi de' loro successori si continuarono a stampare in Atene fino a verso il 1310, ed in Acaja (Chiarenza) fino a verso il 1346 in cui il principe Roberto fu assunto alla dignit
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