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Aggiornato: 19 maggio 2025
Le stelle più poetiche delle notti estive, le stelle inseguentisi con velocissime curve, le soavi luci cangianti che scorrono al bacio d'argento del mare! E il mare rispondendo al cielo sussulta, e dove le crespe sue accarezzano i fiori, fiori della spiaggia, fiori delle profondit
Fu convenuto che la pelle sarebbe chiusa anche su la gamba sinistra con una stringa d'argento e così fu fatto. Una cameriera si mise al lavoro; la principessa la occhieggiava maliziosamente. L'altra subito capì. Per le scale del palazzo dell'ambasciatore, la principessa, con un lieve gesto della mano, avea tolto la stringa. Entrò nelle sale, mostrando la sua bella gamba.
Ma, piú che in tutte l'altre istorie, si fa manifesta la stima, che fa il mondo delle monete di squisita finezza, nel zecchino veneziano. Fu questo cominciato a battere nel 1284, e valutato soldi 60 veneziani, ch'erano però soldi e mezzi soldi d'argento fino, non di rame, come ora.
La povera tosa metteva il capo dappertutto. Correva manoscritta una mesta poesia in morte di Silvio Pellico, nè vi era alcuno che non sapesse recitarla a memoria. Quella poesia cominciava coi versi: Luna, romito aereo, Tranquillo astro d'argento....
Fuggite sempre da voi stessi invano, E qual le stelle che dal ciel lontano La stessa luce mandano sul lieto O triste suolo, indifferenti e belle, Così nel cor simili all'alte stelle Gli stessi sensi in region remote V'agitan sempre, e come al firmamento L'Orsa si mostra e la luna d'argento, Stanno nell'alma vostre brame immote.
Aldigero, Ugonello, Oddone, sono fuggiti alla valle! e con artifìcio: Voi che avete tromba, dove siete stato? Il capitano ci mandò in cerca di voi. Presto, suonate! ad avvisare i saluzzesi! e si dispersero nel bosco. Dio volesse che fosse come voi dite! lamentò Aimone. Pensiamo ai vivi replicò Oberto con ambizione: Due dì fa l'impresa fu cominciata da tale che aveva sproni d'argento!
Fra i tremila cavalieri concorsi a quella festa con grande sfoggio d'abiti, colle più belle armadure che uscissero dalle fucine di Milano, con destrieri ferrati persino d'argento, v'erano comparsi molti Milanesi per fare la corte al giovinetto Bruzio, figliuolo naturale di Luchino Visconti, signor di Milano. Sono fra essi ricordati Giacomo Aliprando, Matteo Visconti fratello di Galeazzo e di Bernabò, che poi divennero principi; il Possidente di Gallarate, il Grande de' Crivelli, e sovra gli altri segnalato Franciscolo Pusterla, il più ricco possessore di Lombardia, e sarebbesi potuto dire il più felice, se la felicit
Nei costumi e nell'aspetto del popolo, non v'è per uno straniero una differenza molto notevole dalla Frisia. Differiscono soltanto i caschi delle donne. A Leuwarde la maggior parte sono d'argento; a Groninga son tutti d'oro, e della forma perfetta d'un casco, che copre la testa intera; ma se ne vede assai meno.
Imperciocché, se, per esempio, fosse in Allemagna l'argento piú vile che in Italia, sicché per un'oncia d'oro si avessero colá 16 once d'argento, gli incettatori e mercanti portarebbero colá l'oro a barattare in argento, per portarlo in Italia, ove per una d'oro non s'ha che 14 e 3/4 d'argento, onde vi sarebbe di guadagno un'oncia e 1/4 d'argento ogni oncia d'oro, che sarebbero otto e mezzo e piú per cento, de' quali, sebbene ne andassero 3 o 4 in condotta, sensaria o provvigioni ed altre spese, n'avanza ben tanto che basta.
E con quel modo ch'un immondo serpe, vedendo, ov'era 'l ghiaccio, nato il fiore, si sbuca lieto d'un'angosta sterpe, dove si spoglia il vecchio corio fore tutto d'argento, ed or fassi piú cinte del ventre al capo ed or segue 'l suo amore; tal io, poi che le spoglie risospinte m'ebbi d'addosso, per danzar su m'ersi; ma fûrno dal desio mie forze vinte.
Parola Del Giorno
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