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Aggiornato: 24 giugno 2025


Appunto.... Fra due amici che da tanto non si sono incontrati, si hanno sempre mille cose da narrarsi!... E fu così, che tra una chiacchiera e l'altra, l'amico mio fu tratto ad espormi, non so proprio più come, anche un caso assai triste, avvenuto allora allora nel suo piccolo paese. Si trattava di una maestrina, una giovane che veniva da Vicenza e che il municipio, sulla fede di eccellenti certificati presentati al concorso, aveva assunto per la scuola popolare del borgo.... Quando ella s'era presentata narrava mio cugino tutti quanti ne avevano avuta una profonda impressione. Era una povera ragazza, bellissima di volto, ma coi segni così vivi di un grande dolore da inspirare in tutti gli animi il più caldo interessamento. Seria, modesta, intelligentissima, s'era data al proprio dovere con la massima solerzia; e tanto più i conoscenti, che aveva gi

Si può figurarsi con che furia i ragazzi si precipitarono in cucina intorno alla Rosa che finiva di mangiare, per farle dire di quello zio e di quel cugino.

Una viva commozione si pinse sul suo sembiante quando vide Vitaliana impiedi, sulla soglia del balcone che si apriva nella stufa. La cugina aveva arrossito udendo il nomo di lui; il cugino impallidì alla di lei vista. Alcuno dei due non favellò. Si contemplarono reciprocamente: Adriano, con fascino; Vitaliana, con stupore.

Ma questa idea era appena un germe, quando accadde una cosa straordinaria: il cugino Ippolito in persona venne a fargli visita. Entrando nello studio del grande artista, l'usciere aveva una solennit

Mi recai, nel giorno assegnato, all'albergo, nelle cui stanze intravidi il Passano, che fece sembianza di non conoscermi. Chiesi del Cottin e lo vidi. Era uomo piccolo di statura con un guardo errante che non mi piacque: vestiva abito non militare: parlava francese. Gli dissi, dopo d'essermi fatto riconoscere fratello, o, come allora dicevano, cugino, ch'ei doveva sapere perch'io venissi.

Dopo cena, partito il cugino, fatto un po’ l’amore a bassa voce colla fidanzata, Guglielmo dava la buona notte alle donne accusando un sonno da non si reggere. Le donne sapevano bene che andava a lavorare di nuovo, anzi una volta Teresa aveva osato qualche mezza parola in proposito; ma il Rhedy aveva negato come uno sfacciato e Teresa non aveva aggiunto verbo.

«Oh Signore, gran mercèesclamò la Contessa, e corse alla finestra; « certo, egli è desso... venite a vedere, cugino... ma che hanno il restio, che vengono tardi quei loro ronzini?

Mio cugino Magnasco parla molto bene, e meritamente, di voi. Orbene, che male c'è che io sia sua cugina? C'è, o signora, che voi... gi

Un letto abbastanza pulito attendeva il cavaliere: egli avrebbe dato assai assai perchè il sonno venisse a toglierlo tosto ai pensieri continui, che quasi lo stancavano. Ma è allora appunto che il sonno si fa attendere; e tutti dormivano nell'osteria che il cugino del duca vegliava ancora.

Fu nella casetta del nonno in Brianza che Gervasio conobbe personalmente il cugino Alessandro, figlio di Aristide fratello del colonnello, che era morto da qualche anno in Piemonte, ufficiale nell’esercito. Alessandro aveva seguita la carriera del padre e dello zio, ed aveva fatte le sue prime armi alla battaglia di Solferino, col grado di tenente.

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dell’esule

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