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Aggiornato: 29 giugno 2025
La signora contessa è donna incomparabile, si fece a dire il padre; la sua alta ed esemplar religione, i suoi sentimenti cristiani, le sue ricchezze consacrate al trionfo della buona morale, le sue grandi aderenze.... Eh! padre, la dama l'interruppe; siamo ancora ben addietro; bisogna battere e ribattere; gli inciampi crescono ogni dì, e i frutti son pochi.
E poi quale esempio parlante della profonda ironia delle cose umane! L’imagine del più grande nemico che abbia avuto il Cristianesimo, trasformata in quella di un santo, accoglie e trasmette al cielo le preghiere di quei Cristiani ch’egli tanto disprezzava ed aborriva! Io cercava un motto che, posto in fronte al libro, riassumesse il significato della storia di Giuliano.
Il Papa udita la pace per rovello ne infermò a morte; quando gli ambasciatori gliela portarono egli raccogliendo le forze estreme con irosim accenti proruppe: «che pace! che pace! questa è ignominia, è vergogna; io non posso approvarla, non benedirla.» E poichè gli andavano persuadendo essere ormai cosa conchiusa, e sempre degna la pace tra cristiani della benedizione di un Papa egli levata dalle fasce la mano gottosa fece atto che taluno prese per benedizione, ed altri per maladizione, nè ci fu modo a chiarirlo, imperciocchè senza profferire parola il giorno dopo morì più che per altro per rabbia di vedere in pace questa mìsera Italia cui egli aveva così scelleratamente lacerata.
In molte cittá di Giudea, d'Asia, di Grecia, sorsero adunanze, chiese di cristiani. Il principale de' principali discepoli ne fondò una in Antiochia, poi in Roma, centro dell'imperio; e questa fu quindi la principale e centrale di tutte.
Egli brontolando rispose: Lo faremo, lo faremo, Giacomino; e non può sapersi se questo dicesse o maravigliato, o impaurito, o soddisfatto che vivesse creatura al mondo la quale sentisse, o fingesse affetto per lui. E il Ribaldella lusinghiero: Illustrissimo, chi non vuol bene ai cani non vuol bene manco ai cristiani.
Una terza osservazione, un terzo scoppio di risa. Dice che son curiosi questi cristiani, che per l'ambizione di parere alti di statura, si mettono un vaso sulla testa e due puntelli sotto le calcagna.... In quel punto un cane dell' accampamento venne a accovacciarsi ai nostri piedi. Una quarta osservazione, e questa volta una risata sgangherata. Questa è forte! disse il Morteo.
Innanzi a tutto diciamo non essere stato mai costume de' Turchi, di ricoprirsi con armature di ferro; e perciò dovevano essi cadere prestamente sotto le spade e le aste de' forti cristiani.
Impossibile a contarsi, quell’immenso numero di cristiani, del quale si gremiva tutta quanta la vallata; uomini e donne, secolari e monaci, cristiani di tutte le terre, facce sperdute in Cristo, nel fuoco della penitenza, nella febbre del digiuno, tutti confessati con l’ostia, mondi come il lino del battesimo, tutti assorti nel veggente amore che accese l’anima della bianca pascolatrice.
Giunse quindi un giorno la novella che a Napoli i cristiani morivano in gran numero. E al nome di Napoli, di quel gran reame lontano dove Ggiuanne senza pahure un dì trovò fortuna, le immaginazioni si accendevano. Sopravvennero le vendemmie.
Per isfrenata signoria di una corrotta corte e d'un clero accanito in teologici assottigliamenti, l'imperio di Costantinopoli cadeva in quel tempo: senza buone armi; nemico per fiero scisma ai cristiani di ponente; da' barbari scemo di vastissimo paese. Un'oste crociata di Veneziani e di Francesi s'era gi
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