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Aggiornato: 12 giugno 2025
Finalmente dopo l'intermezzo comico del ministero Zanardelli, annunziato e disfatto nello stesso momento, l'on. Crispi succede all'on. Giolitti. Chi avvicinò l'on.
Si gridava: «Abbasso il Ministero Menabrea! Vogliamo Crispi, e andare avanti!» Si desiderava una guerra colla Francia: «Vogliamo Roma, capitale d'Italia! Viva Garibaldi! Viva l'esercito italiano in Campidoglio!» Le truppe mantenevano l'ordine. Severi comandi furon trasmessi ai confini per disarmare le bande e cacciarle nell'interno.
Martini in nome del centro sinistro, negando un voto politico e chiarendo erronei i precedenti invocati dall'on. Crispi, e voleva darlo l'Arcoleo, pur ritenendo egli professore di diritto costituzionale che fosse quasi incompatibile lo Stato di assedio con la ordinaria funzione del Parlamento.
Le amministrazioni comunali, infine, vennero condannate e perciò giustificati i Fasci e le agitazioni dalle circolari dell'on. Crispi e del generale Morra di Lavriano ai Prefetti della Sicilia nelle quali s'inculcava d'invitare i sindaci a mettere ogni cura nella compilazione dei ruoli delle tasse municipali, nel ripartirle più equamente e senza violare le leggi, nell'evitare il fiscalismo e le angherie nella esazione, nel sorvegliare la compilazione dei bilanci, ecc., ecc. E i prefetti e le Giunte amministrative, ch'erano stati sordi e ciechi per tanti anni provvidero spesso per rimangiarsi i provvedimenti dopo esagerarono anche chiedendo l'abolizione totale dei dazî di consumo, imponendola contro legge, con lesione dei diritti dei terzi e mettendo le amministrazioni nella impossibilit
La conclusione sorprese, e tutti compresi i suoi intimi si domandarono la ragione del discorso. Si avrebbe potuto cercarla nel livore contro qualche collega suo e contro alcuni organizzatori dei Fasci suoi nemici politici e personali; ma escludendo pure questi moventi non belli si può ammettere che l'onorevole Nasi fu spinto a parlare dal desiderio di lanciare qualche freccia all'indirizzo dell'on. Crispi, e dall'altro non meno ardente di difendere l'antico ed amato ministero dell'on. Giolitti, e sopratutto fu mosso dalla patriottica e generosa preoccupazione di annunziare alla Camera che ai mali d'Italia e forse dell'umanit
Io non esito a dichiarare che il principio del disegno di legge agraria Crispi era equo ed opportuno, era rispondente alle condizioni del momento, e sebbene combattuto ad un tempo dai socialisti e dai latifondisti senza distinzione di colore politico sarebbe riuscito bene accetto e giovevole ai contadini ed ai proletari.
No; Giacomino non ci pensava: ma quelle cinquecento lire anche lui non diceva mille per esser proprio sicuro a mano a mano gli rischiaravano l'orizzonte, e mentre la Fanny gli sorrideva, abbottonandosi l'altro stivaletto e monsieur Crispì continuava a ciangottare nel gozzo: Saccorrotto, saccorrotto, egli mentalmente distribuiva quel denaro fra i creditori più seccanti.
Ed ecco fornita la prova che nell'anno di grazia 1894 quando è presidente del Consiglio Francesco Crispi, la circolare di un soldato può derogare alla legge e mutare le forme dei procedimenti!
Crispi al potere da solo avrebbe potuto riuscire miracolosamente a produrre la pacificazione degli animi: in quello in cui il Presidente del Consiglio avesse davvero avuto parte diretta nell'eccitamento. E l'ipotesi calunniosa venne scartata.
Al Cova alcuni vecchi gentiluomini, abituati a prendere a quell'ora la solita bibita stimolante, discorrevano della caduta inaspettata del Ministero Crispi, ed altri dei progressi scenici d'una Tersicore su la via della celebrit
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