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Aggiornato: 31 maggio 2025


Marzio accompagnò cotesti frati di cui lo strano aspetto era tale, da fare rabbrividire Cristo comunque crocifisso: tentò ficcare gli occhi sotto al costoro cappuccio, ma non gli venne fatto di bene ravvisarli: mentre stavano per uscire, uno di loro, voltandosi per salutare col solito ritornello la pace sia con voi, lasciò cadere un largo coltello; il quale raccolto prestamente da Marzio, fu con gesto umile presentato al frate dabbene.

«Correggete tutti cotesti cancri, se lo potete, e non cercate di distruggere l'Internazionale opera vostra e composta di vostre vittime di cui non potete passarvi perchè poltroni e lussuriosi. L'Internazionale, dico, è emanazione dei vostri vizii

La marchesa era una donna di circa sessantacinque anni, ma l'opinione pubblica si ostinava ad attribuirgliene una dozzina di più, tanto nelle apparenze corporee ella arieggiava il decrepito. Portava una immensa parrucca di peli rossicci, aveva le dentiere rimesse, e un occhio di cristallo della fabbrica Vernet e Compagni. Ma Giuda non era uomo da badare a cotesti accessori volgari della materia.

Ne è sicuro? Sicurissimo! Se non fosse così.... E se davvero non fosse così? Dove vuol condurmi? Cotesti «se» non li ammetto. Se li ammettessi un solo istante, in certi momenti.... Dio me ne scampi.... non ci penserei due volte. Ma, no, no: la vita è bella anche quando.... è brutta. Se lo immagina lei il mondo senza la vita? Buio fitto, freddo intenso.... Eh, no!

Assai la voce lor chiaro l’abbaia, quando vegnono a’ due punti del cerchio dove colpa contraria li dispaia. Questi fuor cherci, che non han coperchio piloso al capo, e papi e cardinali, in cui usa avarizia il suo soperchio». E io: «Maestro, tra questi cotali dovre’ io ben riconoscere alcuni che furo immondi di cotesti mali».

PARDO. E a te dia Dio il malanno e la mala pasqua. GULONE. Par che siate adirato meco. PARDO. Toglimiti dinanzi, che mi vien voglia farti cader da bocca cotesti tuoi denti. GULONE. Poca offesa t'han fatto sempre i denti miei. PARDO. Me l'ha fatta la tua lingua. GULONE. La mia lingua v'ha sempre lodato. PARDO. Le lodi ch'escono dalla lingua di un par tuo, son vergogne degli uomini da bene.

FRULLA. Veggasi ove son meglio trattati. AGIATO. Veggasi chi tien piú dilicato. STRAGUALCIA. Che tanto «dilicato, dilicato, dilicato»? Io vorrei, una volta, empire il corpo meglio e star manco dilicato, per me, io; ché tanta delicatezza è cosa da fiorentini. AGIATO. Tutti cotesti alloggian con me. FRULLA. Alloggiavano; ma, da tre anni in qua, tutti vengono a questa insegna.

Figliuol mio, dentro da cotesti sassi, Cominciò egli a dir, son tre cierchietti Di grado in grado come que' che lassi

A mano a mano che divoravano in cotesti maligni crebbe la fame come sempre nei cupidi accadde; per ora basta Romagna, più tardi la Toscana, e se la morte non troncava i disegni non si sarieno contentati dell'Italia. Concetto pari ebbe Sisto IV. ma non potè dargli fondamento, quindi essendo il fabbricato da lui ostacolo allo edifizio dei Borgia, ebbe a crollare. Parte dei principi di Romagna, i Bentivoglio, e gli Orsini confidavano nella protezione della Francia, ma re Luigi bisognoso di tenersi bene edificati il Papa, e il Valentino di un tratto significa loro, chi può salvarsi si salvi, non potere egli dovere pregiudicare i diritti della Chiesa. Diritti la Chiesa non aveva, se togli le antiche e famose donazioni, pure non si vuole negare, che parecchi per possedere simulacro di potest

Egli, che tanto aveva offeso nel mondo, senza profondissima ira non sapeva concepire come altri avesse ardito di offenderlo, e mulinava fra se disegni spaventevoli di vendetta... Ora, come il terrore di provocare il conte Francesco Cènci non gli aveva trattenuti da mettergli le mani addosso? Ah! qual supplizio di cotesti miserabili avrebbe mai potuto placarlo?

Parola Del Giorno

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