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Aggiornato: 8 luglio 2025
Le popolazioni italiane, fatte libere per le armi altrui o per virtù propria, furono interrogate se volessero unirsi o rimanersi divise, e la risposta non poteva esser dubbia. Non fu chiesto ad esse in nome di che, con quali principî, sotto quali forme d'associazione, con qual fine. Alla Costituente fu sostituito un Parlamento di pochi privilegiati per censo ed altro, continuazione di quello ch'era espressione incompiuta delle provincie sabaude quando l'Italia non era. Al Patto nazionale fu sostituito uno Statuto dato precipitosamente, per volont
Però, se in questa parte la Costituente zoppicava, stava ritta su tutte e due le gambe nell'altra: all'opposto il Congresso intimato dallo Imperatore dei Francesi a questa pecca della Costituente montanelliana ne aggiunge l'altra, ed è che i convenuti sarebbero ad un punto giudice, e parte.
Noi scrivevamo in Milano, nel programma dell'Italia del Popolo: «Dov'è l'assemblea costituente, sola legittima interprete del pensiero di un popolo?»
E il 27 dello stesso mese: «Se chi proferì primo in questa Italia sconvolta la parola di dieta italiana avesse detto ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE ITALIANA, la questione che affatica in oggi per vie diverse le menti, sarebbe stata posta sulla vera e unica via che può condurre a scioglimento pacifico, legale, solenne, il nodo de' nostri futuri destini. Volete tutti che un'Italia sia? Dica l'Italia come vuol essere e sotto quali forme la vita nazionale che Dio le comanda deve emergere rappresentata a tutti i suoi figli e ai popoli dell'Europa.... Sorga e s'accolga in Roma non una dieta, ma l'ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE ITALIANA, eletta, non per divisioni di Stati esistenti, ma con eguaglianza di circoscrizioni, e con una sola legge elettorale, dall'universit
Il pensiero della Costituente italiana non può piú cadere; il patriottico Ministero Toscano ha fatto abnegazione di ogni principio municipale quando ha proclamato che in Roma, in quella nobile e inevitabile capitale della penisola, si dovesse riunire la Costituente italiana, scelta dal suffragio universale e diretto del popolo d'Italia: ma se un Governo retrogrado, se una fazione empia e venduta ai nemici d'Italia impedisse questo santo vóto dei popoli, sappia l'Europa, sappia il mondo tutto, che è venuto il giorno in cui gli italiani sapranno riunirsi e formare la Costituente italiana. Se nol potranno in Roma, si ricorderanno che l'Italia ha per cuore una Toscana, e che in qualunque citt
I principî promossi dai capi e dagli influenti dell'Internazionale sono: Negazione di Dio cioè dell'unica, ferma, eterna, incrollabile base dei doveri vostri e dei vostri diritti, dei doveri altrui verso la vostra classe, della certezza che siete chiamati a vincere e che vincerete. Cancellata l'esistenza d'una prima Causa intelligente, è cancellata l'esistenza d'una Legge Morale suprema su tutti gli uomini e costituente per tutti un obbligo; è cancellata la possibilit
Pepoli fu quindi membro della Costituente delle Romagne; poi ministro delle finanze dell'Emilia, quindi commissario regio nell'Umbria, ove spiegò un vero ingegno amministrativo.
L'Assemblea costituente, numerosa di 150 membri e se non per intelletto, per core almeno, parte eletta della nazione, sedeva permanente, fino al giorno in cui la forza brutale, violando doveri e promesse di Francia, veniva a discioglierla. Essa dettava o approvava quanto fu fatto dal 9 febbrajo sino al 2 luglio. E chi governava in suo nome? furono elementi indigeni o forestieri?
Datosi il segnale dalle trombe, tutti gli sguardi si conversero alle due serrate tende da cui dovevano uscire gli attori della mimico-sacra rappresentazione, detta in allora Mistero costituente la parte principale dello spettacolo; il di cui soggetto tolto dalle Scritture, ed allusivo alla circostanza, era il Trionfo di Davide o la Morte del Gigante Golia.
La guerra fra i due principî era generale in Europa: l'entusiasmo suscitato dai moti italiani, e segnatamente dall'insurrezione lombarda e dai prodigi delle cinque giornate, era immenso; e l'Italia poteva, sapendo e volendo, trarne quanta forza era necessaria a controbilanciare ogni forza di riazione nemica. Ma per questo bisognava, checchè temessero i meschini politici moderati, dar carattere apertamente, audacemente nazionale, a quei moti, tanto da spaventare i nemici e offrire un elemento potente d'ajuto agli amici. Gli uni e gli altri presentivano maturi i tempi, e cominciavano a credere che l'Italia sarebbe; ma l'Italia, non il regno del nord. Ricordo le confortatrici parole a me rivolte nelle sue stanze, due giorni prima ch'io rimpatriassi, da Lamartine in presenza, fra gli altri, d'Alfred de Vigny e di quel Forbin Janson ch'io doveva più tardi ritrovarmi davanti predicatore di restaurazione papale e cospiratoruccio raggiratore in Roma. «L'ora ha battuto per voi diceva il ministro ed io ne sono siffattamente convinto, che le prime parole da me commesse al signor d'Harcourt pel papa a cui l'ho spedito sono queste: Santo padre, voi sapete che dovete essere presidente della repubblica italiana». Il d'Harcourt aveva ben altro che dire al papa per conto della fazione che avvolgeva Lamartine nelle sue spire mentr'ei s'illudeva di padroneggiarla. Nè io dava importanza più che di sintomo alle parole di Lamartine, uomo d'impulsi e di nobili istinti, ma fiacco di fede, senza energia di disegno determinato, e senza conoscenza vera degli uomini e delle cose. Bensì, egli era l'eco d'una tendenza prepotente, in quei momenti di concitamento, sulle menti francesi; e una bandiera di nazione risorta, un programma, se non risolutamente repubblicano, come quello almeno della costituente italiana, avrebbe, in Francia, fatto forza ad ogni più esitante governo. Da cose grandi nascono cose grandi. Il concetto pigmeo dei moderati agghiacciò gli animi per ogni dove e comandò politica diversa alla Francia. Il POPOLO ITALIANO era alleato più che forte a salvare la repubblica da ogni pericolo di guerra straniera; un regno del nord, in mano di principi mal fidi e avversi per lunga tradizione ai repubblicani di Francia, aggiungeva un elemento pericoloso alla lega dei re. La nazione da quel giorno ammutiva e lasciava libero il suo governo di commettere i fati della repubblica all'ignoto avvenire e non aver politica alcuna per l'estero. L'Inghilterra, comechè l'idea d'una Italia possa ingelosirne il governo, non era tale da contrastare a una solenne manifestazione nazionale: politica perpetua inglese è quella di creare ostacoli al sorgere d'ogni fatto che introduca un nuovo elemento nell'assetto europeo, e di riconoscere prima quel fatto, sorto che sia e potentemente iniziato. E le due cagioni che rendevano meno avversa l'Inghilterra alla formazione del nuovo regno l'impianto d'una barriera alla Francia conquistatrice e la necessit
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