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Aggiornato: 29 ottobre 2025
La giornata era il 7 maggio 1898 una giornata piena di sole. I fatti di Ponte Seveso e di via Napo Torriani avevano fatto scrivere al direttore dell'Italia del Popolo l'ormai famoso trafiletto intitolato: «Ne erano assetati». Lo salto senza commenti, perchè tu non hai bisogno di essere sequestrato. Tu non godi i privilegi del Corriere della Sera, neppure in tempi ordinari.
Arrivo di un corriere con una lettera di re Giovanni. Considerazioni sul paese. Il campo di ras Alula. Due nostri servi imprigionati. Campo e forte di Gura. I Sciohos. Incontro di Tagliabue. Arrivo a Massaua. Hodeida. Aden. A bordo del Manilla. Un morto in mare. Arrivo in Italia. Appena rifornita la carovana dei quadrupedi necessarî, si decide la partenza che ha luogo infatti il giorno 14.
Il Conte, comecchè nel corpo si sentisse infranto da potere appena trarre il fiato, e nell'anima avvilito, pure per abito, più che per intenzione di scherno, favellò fiocamente: Poichè tu sei, per quanto io credo, il primo corriere che il diavolo manda in questo mondo, fa' di darmi notizie dello inferno... Le vuoi?... Porgimi la mano...
E non si mosse mai dal suo posto, non lesse un libro; stette per lo più col velo calato, con gli occhi socchiusi, cercando di dormire, lottando col malessere che la riprendeva di quando in quando e che aveva sempre gli stessi caratteri. A Brescia sentì il giornalaio che gridava: La Perseveranza, Il Secolo, Il Corriere.
Il Monforte, considerando quella smoderata vivezza della Contessa, scotendo la testa sorrise a fior di labbra, e disse a voce bassa: «Ella è valente donna, ma donna.» Beatrice divertita da altra cura, punto badando se l'avesse, o no, ringraziata Rogiero, fece recare il danaro, lo numerò, e lo dette al Corriere, affinchè lo portasse al Duera.
Rogiero e il Corriere francese si posero dietro agli officiosi valletti, che con molte candele alla mano andavano rischiarando il cammino: appena usciti dalla sala, la voce di Buoso si fece nuovamente sentire, che chiamava gridando: «Messer Cavaliere!» Rogiero rifece i passi, e domandò: «Che volete?» «Messer Cavaliere, avete pratica co' fiorini d'oro?»
Curve com'erano, stanche, sfiatate, ebbero ancora la forza, passandoci accanto, di scagliarci una maledizione. Una mormorò: Dio maledica quest'infedeli! L'altra disse: Dio ci salvi dagli spiriti maligni! Dopo un'altr'ora di solitudine incontrammo un corriere a piedi; un povero arabo macilento, che portava le lettere in una borsa-di cuoio, appesa a tracolla.
Se fra dieci minuti non arriva il corriere con la farina, i soldati d
S. M. mandò un corriere a Costantinopoli per sapere se i principi cristiani facevano guerra, e per questa occasione ci trattenne 11 settimane, sin tanto che il corriere ritornasse da Costantinopoli, e quando cercavo l'espedizione mi rispondevano che mi riposassi che quanto prima ci spedirebbe.
MARCELLO, poi ANSELMO, poi CLEMENTE. Seccatore, va. Vediamo. Ma grullo che sei, perchè, scriverle a me le tue lettere d'amore? Che me ne faccio io? Aspettala dunque quandochessia poichè questa lettera diretta a te e quella diretta a lei partono insieme collo stesso corriere. E ora se viene qui... e ci trova quegli altri! Il barone Fabrizio è uscito? Sissignore. C'è di l
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