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Aggiornato: 22 giugno 2025


Folco era stato percosso fieramente dalla morte improvvisa del padre. A Perugia, nello studio del notaio, s'era trovato di fronte alla madre, alla sorella, al cognato; aveva sperato che la comunanza della sventura gli permettesse di esprimere loro la sua devozione. Essi furono di marmo. Soltanto il cognato, Corradino Àutari, si ritrovò, come per caso, l'indomani dal notaio, e abbracciò Folco.

Il 29 ottobre la mannaia troncava la testa di Corradino per la prima, poi quelle di Federigo, dei valorosi conti della Gherardesca, del generoso Galvano Lancia, fratello di quella bella Bianca che aveva partorito Manfredi a Federigo il Grande e per ultimo quelle de' suoi giovani figli, Galeotto e Gherardo che erano stati poco prima strangolati nelle braccia del padre.

Il cognato, Corradino Àutari, uom grosso di figura, ma sottile di tatto, aveva compiuto la sua ambasceria senza aggiungere e senza togliere, guardando in alto, intorno, come ripetesse una canzone imparata a memoria. Per suo conto pensava che c'era della esagerazione di qua e di l

Chiamarono di Germania Corradino, bello e prode giovanetto di sedici anni, che la madre non voleva lasciar partire, che partí con gran séguito di principi e signori tedeschi. Giunse a Verona sul finir del 1267, mentre ghibellini e saracini si sollevavan per lui nel Regno. Quindi dovette accorrere Carlo, lasciando Toscana ove erasi avanzato a rifarla guelfa.

Sai, gli disse. Testardi! È la razza. Io sperava, rispose Folco timidamente, di poter presentare mia moglie alla mamma e a Giselda... Corradino levò le braccia al cielo. Non te lo sognare! esclamò. Giselda e tua madre ignorano che tua moglie esista: lo ignoreranno sempre. E aggiunse, quasi come un ritornello: Che vuoi? È la razza. Come dice la divisa di casa Filippeschi? «Crolli il mondo».

E comincio da Corradino, comechè pria del suo sangue scorresse gi

Perchè don Federigo e Capece non prima sepper la passata di Corradino, che mosser d'Affrica, come s'era ordinato, a rizzare in quest'isola l'insegna sveva. Con una ventina di cavalli, e poche centinaia di fanti raunaticci, spagnuoli, toscani, tedeschi, saraceni, posero sulle spiagge meridionali a Sciacca. Capece si promulga vicario del re; spaccia messaggi ai gi

Aveva saputo così che il giovane pensava di sposare quella.... come si chiama?... Dobelli Gioconda, scrivana o cucitrice, e gli aveva spedito incontro il marchese Corradino Àutari suo cognato.

Quasi tutta Lombardia ne rimase guelfa. I Torriani ne crebbero in Milano; gli Scaligeri ne sorsero all'incontro in Verona, e vi continuarono la potenza, il capitanato ghibellino di Lombardia. Intanto Manfredi, udita, o data, una falsa nuova della morte di suo nipote re Corradino, avea presa la corona di Puglia e Sicilia; e udito che quegli viveva, serbolla, nominandolo suo successore.

Il feroce vincitore a ricordo della battaglia costruì stesso il convento di S. Maria della Vittoria, immediatamente presso il ponte sul Salto e presso la Villa o Castrum Pontium, dove Corradino tenne il suo ultimo quartier generale.

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