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Aggiornato: 22 giugno 2025
E affaticato pur sempre dal pensiero delle diffidenze che s'erano, o mi pareva, suscitate in taluni, io interpretava quelle parole come s'ei mi chiedesse quale somma io avessi preso dai nemici per tradire i fratelli. E ricadeva, smaniando, nelle convulsioni. Tutti quei che fecero parte della spedizione e sopravvivono, sanno il vero delle cose ch'io dico.
Il solletico è un tatto speciale che tutti conoscono. Quando è esercitato sotto la pianta dei piedi provoca talmente il riso da essere assaliti da convulsioni e fors'anche della morte in un eccesso titanico.
Ella pendeva colle braccia tese, non sostenuta che dalla ferrea morsa delle mani d'Orsacchio che le facevano lividi i polsi; egli incombeva sovr'essa, a mezzo chinato, improntata la faccia della più ria ferocia. Stette così un poco, mentr'ella si dibatteva sotto di lui nelle convulsioni della paura, poi la ributtò villanamente, ed ella cadde come corpo morto sul suolo.
La Spagna e la Francia provano oggi che quei tempi son passati e se si pensa alle convulsioni cagionate dalla cecit
Queste domande passavano per la limpidezza del suo spirito come raggi sottili, mentre le sue viscere ricevevano tutti i contraccolpi di quelle convulsioni nel medesimo punto, come se una stessa carne soffrisse in ambedue. E non pertanto erano gi
«E quel filo di vita si spense, senza angoscie, senza convulsioni d'agonia. «Era trascorso poco più d'un mese dal mio arrivo a Torino. II babbo era deperito di giorno in giorno. Non lasciava più il letto. Le gambe gli si erano gonfiate enormemente; non si nutriva quasi più. E quella gonfiezza saliva, ed aumentava sempre.
Pri la monaca racchiusa, Ch’avi sempri ostruzioni, Facci pallida e giarnusa Isterii, convulsioni¹⁷⁶, ¹⁷⁶ Meli, Poesie: Sarudda, ditirambo.
Diego era stato colpito in mezzo al petto e cadde colla faccia riversa al suolo, vomitando un rivo di sangue, che spruzzò sugli abiti e fin sulle mani di Maria... Ella non sembrò provarne alcun ribrezzo: colla bocca increspata, gli occhi accesi, guardava lo sciagurato che si dibatteva nelle ultime convulsioni.
Egli rilevò suo fratello che si dimenava nelle convulsioni, e lo depose sur una dormeuse. Poi e' corse a chiudere gli usci, e fece chiamare Ivan. Ivan venne. Ed ambo assistettero con amore la povera creatura perduta in tanta sciagura. Alessandro restò presso di suo fratello tutto il tempo che le convulsioni durarono.
Fu messo in una gabbia di ferro della quale mordeva le spranghe, e qui stette come un cane idrofobo per una settimana in preda a convulsioni tremende. Impossibile fare il ritratto di quest'infelice; più non era un uomo, aveva l'aspetto d'una belva arrabbiata, l'espressione di Lucifero. Infine, dopo sette giorni in preda ad una tremenda ed atroce convulsione, spirò. Fu una scena orribile.
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