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Aggiornato: 9 giugno 2025


E la sua bocca nuova come la primavera mi fece pensare alle notti del pallido Uomo di Galil, quand’Egli dormiva sotto le stelle, vicino alla cortigiana di Mágdala, quella che non sapeva liberarsi dall’odore delle sue fine ciprie, dal peso de’ suoi fulgenti braccialetti, bella come la rosa che nasce nei fragranti giardini del Libano, l’intrisa di tutti i peccati, l’amica dei centurioni prepotenti, la danzatrice ignuda nei conviti ove spremuto rideva il grappolo delle vigne di Galaad...

Alfine aveva declinati gli occhi al sonno; il sonno che, a malgrado dei tormentatori, vien pure soccorrevole alle ambasce del sofferente. Candida anima! il suo angelo le svolgeva innanzi sogni, visioni di tranquilli tempi andati, consolatrici speranze. Ridestandosi le immagini contemplate nel giorno, le era d'avviso trovarsi libera, e scorazzare sicura fra i suoi, sulle rive del lago Maggiore; ed era una primavera, bella quanto mai possa vedersi: tutto fiori, tutto riso, tutto quel mistico canto onde la natura par che conviti i mortali al banchetto della gioja e della benevolenza, e la fantasia vi aggiungeva quei magici vezzi che colorano un lungo desiderio insoddisfatto. Le pareva stare col

Ché s'egli considera che la sua nazione non la compongono que' dugento che gli stanno intorno nelle veglie e ne' conviti; se egli ha mente a questo: che mille e mille famiglie pensano, leggono, scrivono, piangono, fremono e sentono le passioni tutte, senza pure avere un nome ne' teatri; può essere che a lui si schiarisca innanzi un altro orizzonte, può essere che egli venga accostumandosi ad altri pensieri ed a piú vaste intenzioni.

Quest'uomo così tremendo e così grande in faccia al mondo, era pure un marito e un padre affettuoso, un amico e un compagno affabile, amante delle brigate allegre, dei conviti; ospite magnifico e gentile. Era colto; sapeva oltre il fiammingo, il francese, il tedesco, lo spagnuolo, l'italiano, il latino; discorreva dottamente di ogni cosa. Benchè soprannominato il Taciturno (più per aver serbato lungo tempo il segreto scoperto alla corte di Francia, che per abitudine che avesse di tacere) era uno degli uomini più eloquenti del suo tempo. Era semplice di maniere, modesto nel vestire, amava e si faceva amare dal popolo; passeggiava per le strade della citt

Gridava ferocissimo in sembianza: O Cavalier, l'umana vita è frale, Ed in conviti ed in piacevol danza Ed in ozio d'amor pur batte l'ale; Or se morir convien, ch'altro n'avanza, Salvo con la virtù farsi immortale? dicendo, fra' Turchi oltra si spigne, men Timoleon la spada tigne.

E mantenendo sgherri e berovieri, degli utili sfondati ne traeva; poi comperava palagi e poderi, tanto che immense entrate fatte aveva; e infine feudi prese e misti imperi, e privilegi e titoli prendeva di conte, di marchese e di barone; facea conviti e gran conversazione.

Gli Olandesi mangiano molto. Il maggior piacere che si pigli da loro, come dice il cardinale Bentivoglio, è fra i conviti e le tavole. Ma non sono golosi, son voraci; tirano alla quantit

Il conte Volfango aderì alla proposta: vennero celebrate le nozze, e partito colla sposa, giunto in Germania, ove il padre lo accolse con sontuosi festeggiamenti di conviti e tornei, si diede ad adunare bande armate per adempiere alla promessa contratta col Castellano.

Eppure anch’egli aveva sentito il bisogno di veder camminare accanto a la bionda femmina del terrestre amore, quella che non sapeva liberarsi dall’odore delle sue fine ciprie, dal peso de’ suoi fulgenti braccialetti, l’amica dei centurioni prepotenti, la danzatrice ignuda nei conviti ove spremuto rideva il grappolo delle vigne di Galaad...

Chi gli fu più vicino ricorda poi com'egli avesse felice la vena del breve detto d'occasione e del brindisi, nelle pubbliche cerimonie, nei conviti amichevoli, che gli piacevano tanto al suo tempo migliore, e nei quali studiò da par suo le significazioni e le bizzarrie dell'Eloquenza convivale.

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