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Aggiornato: 15 luglio 2025
Di gradita consuetudine era una gita della Nobilt
Ogn'uomo per bene dovrebbe fare il suo, appena giunto ai ventuno, anco a non averci che le sue carabattole di studente da lasciare agli amici. Così almeno s'imparerebbe ad essere uomini assegnati e si piglierebbe la consuetudine salutare di guardar bene addentro nel cuore della gente.
Quando vennero don Vincenzo e il professor Damiati per passare quelle ultime ore nella sua compagnia, erano dispiacenti anch'essi di dover interrompere la piacevole consuetudine di vedersi tutti i giorni, e di veder partire i loro amici.
E ciò per la consuetudine di tanti anni, ma più forse, per un delicato riguardo che quel cuore onesto conservava alla defunta contessa, la madre di Maria, che nella rozza devozione del servo, anche morta rimaneva sempre la buona padrona che governava dall'alto su quella casa.
C'era insomma tutta la parte materiale della eleganza aristocratica; e l'aspetto dell'uomo, così ridotto a forme di consuetudine, poteva riuscir tollerabile ai più, e, crepi l'avarizia, parer grazioso a parecchi. Lorenzo Salvani non seppe trattenere un atto di maraviglia, quando vide costui nel suo salottino.
Chi volle andare al fondo di quella evidente macchinazione fu il giornalista Giuliani, avvezzo per lunga e non lieta consuetudine del suo ufficio, a scrutare i cuori e le reni, per ogni atto degli uomini a metter sempre il naso nelle quinte, sul teatro della vita.
«Scriva a suo talento, il signorino: cada egli pure ed affoghi nella consuetudine di tutti gli uomini suoi pari. Ahimè, mia bellissima! non ci sono creature perfette quaggiù; salvo te, s'intende, salvo la prediletta, la lontana dagli occhi, ma non dal cuore di Ginevra.»
Nel quale si fa la spiegazione del proverbio "chi cerca trova". Maria non aveva risposto nulla a quel discorso di Lorenzo, rimanendo un tratto impensierita, con le mani in mano, in quella che Lorenzo s'era messo a passeggiare su e giù per la camera, a passi concitati, come era sua consuetudine quando i tristi pensieri gli giravano per la fantasia.
Giacchè, nella consuetudine che aveva dapprima di andar solo nella campagna romana e nel gran fascino che quell'ambiente esercitava su lui, egli si dimenticava di avere accanto Adele Cima e lasciava trascorrere il tempo, nel più profondo silenzio.
Don Pio non faceva nulla in tutto quel tramestio; egli pagava soltanto, pagava lautamente. In una settimana aveva speso più di centomila lire, ma siccome la duchessa, che per una antica consuetudine aveva continuato ad amministrare il patrimonio, non gli faceva osservazioni, egli non si curava di quella somma inghiottita in così poco tempo dalla compra del giornale, dalle spese per manifesti, per acquisto di voti; e baloccandosi col giornale, di cui con occhio inesperto e curioso studiava l'ordinamento, ordinava mobili per la redazione, faceva trasportare nelle sale a quelle destinate tutta la ricca biblioteca di casa, e si lasciava persuadere da Ubaldo, col pretesto che non era prudente per un giornale d'opposizione di servirsi di una tipografia che non fosse propria, a ordinare motori, macchine, caratteri e tutto ciò che è necessario per montare una grande stamperia, che doveva esser collocata in un cortile interno del palazzo, che gi
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