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Aggiornato: 15 luglio 2025
Fu la testuggine allora auspice d’un idillio. Il fattore, venendo più volte al giorno nella casa, s’intratteneva su la loggia a ragionare con Anna. Ed essendo egli uomo d’umili spiriti, divoto, prudente e giusto, godeva veder riflesse le sue pie virtù nell’animo della donna. Per la consuetudine sorse quindi tra i due a poco a poco una familiarit
E poniamo che anco possano ripigliare l'obbedienzia di volere obbedire a' comandamenti della legge, avendo il tempo e dolendosi di quello che hanno disobbedito, nondimeno è molto malagevole per la longa consuetudine del peccato.
Tutti gli sguardi dei prelati, tanto di quelli che avevano pronunciato il sì come degli altri che avevano detto no, si volsero a guardare quell'uomo, che con un monosillabo doveva decidere di due esistenze. Un'antica consuetudine è in vigore nei tribunali romani.
Oh miseri, posti in tanta miseria per li loro difecti, e da me sonno posti in tanta dignitá! Essi fuggono dal coro, come se fusse uno veleno. E se essi vi stanno, gridano con la voce, e il cuore loro è dilonga da me. A la mensa de l'altare se l'hanno presa per una consuetudine d'andarvi senza veruna disposizione, sí come a la mensa corporale.
Un tale, che sopra un signore rovinato pel giuoco, vantava un vecchio credito, pensò una volta, con uno stratagemma, di trar profitto da questa rigida e fiera consuetudine per riavere il suo, che in cento guise aveva sempre invano richiesto.
Essi avevano ambedue una voce nasale e una cadenza acquistata dalla consuetudine del cantare su l’organo, poichè appartenevano alla Congregazione del Santissimo Sacramento. Cominciarono a imperversare contro Violetta, senza misericordia.
S'avanzò un giovinotto di statura alta, di carnagione e di capelli bruni, con due occhi pieni d'intelligenza e di fierezza. Poteva avere venticinque anni, era in abito da minatore, ma la lunga consuetudine gli faceva portare il suo vestito con una disinvoltura non priva di eleganza. Cipriano Regoli disse Odoardo presentandolo a Roberto il migliore dei nostri soprastanti. E finì la presentazione.
Quell'amore non l'aveva commossa. La lettera, come è noto, finiva con queste parole: «Scriva a suo talento il signorino, egli pure, ed affoghi nella consuetudine di tutti gli uomini suoi pari. Ahimè, mia bellissima! non ci sono creature perfette quaggiù; salvo te, s'intende, salvo la prediletta, la lontana dagli occhi, ma non dal cuor di Ginevra.»
Presso a lui quel giovane così esorbitantemente indebitato il quale, per contrapposto, mostrava sul volto i segni di una floridezza, non dirò verginale, ma generata bensì dall'assidua consuetudine di mangiar bene e bever meglio, la quale però era tutto a scapito delle vesti, talmente cenciose, talmente in mal essere, che la palandrana grattugiata del pittore veniva a guadagnare moltissimo nel confronto.
Perchè, rispose il giornalista, Ella ha troppo amore pel bello e pel vero, e non può trovare per conseguenza altrettanto gusto a diguazzare in questa bolgia infernale; perchè ci viene col suo entusiasmo di artista e non sa temperarlo colla freddezza del filosofo. Non vede? Ella si stizzisce per una celia, e poniamo anche per una offesa, a cui la stessa consuetudine, la sua stessa frequenza nel giornalismo, ha gi
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