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Aggiornato: 5 giugno 2025


Ah, que c'est drôle! Ah, que c'est drôle! Permettete, j'étouffe! O povero amico mio, quelle mine piteuse! Scusate, non vi avrei mai creduto capace di una cosa simile! Francamente, non ve ne faccio i miei complimenti. Ma è una lettera

E come non sentirsi rimescolare al passaggio di una che, tutta polvere e manteca, sfacciatamente invita un giovinotto a farle compagnia nel passeggio, mentre altri zerbinotti la colmano dei complimenti più leziosi?⁵⁰⁶. ⁵⁰⁶ Meli, Poesie: odi IX, XXIV, e pp. 372-74.

Eccolo! è lui! addio, addio, Giorgio, addio! Duchessa, i miei complimenti! La sua apparizione mi fa pensare a Diana, e al bel tempo antico! Ah!... lei, marchese!... mi ha fatto paura! Il Vharè lo credette e spiegò colla paura il tremito, il rossore, il seno palpitante di Maria.

Ma Lei, signor Morelli, si lasci anche far complimenti per la sua valentia di schermitore. Il signor Terenzio Spazzòli, che di queste cose se ne intende benissimo, l'ha proclamato uno spadaccino di prima forza. Ahimè, non di primissima.

E gli strozzini, bisogna dirlo, finiscono per avere una certa simpatia per l'avvocato Genuzio. Ce n'è uno, per esempio, che non manca mai alle udienze in cui l'avvocato ha la parola e, finita la difesa, corre a stringergli la mano e a fargli un sacco di complimenti. L'altra settimana, l'avvocato Genuzio difendeva con calore un cassiere accusato di truffa. Finita l'arringa, l'usuraio ammiratore si precipita verso l'oratore, gli stringe calorosamente la mano e gli dice: Stupendo.... stupendo discorso! l'assoluzione è certa e il vostro difeso vi far

E l'apparenza non la si ritrova solo nei falsi eleganti, che vogliono vestire meglio di quello che la loro condizione comporterebbe, ma nei discorsi e negli atti più insignificanti della vita. Quanti complimenti, quante chiacchiere inutili!

Quando Bortolo, che si era offerto come guida, venne al Castelletto sul far della sera, fece i suoi complimenti alla signorina, che in quel vestito semplice da pastorella gli parve la vera beata Giannetta della Madonna di Caravaggio.

»Ma cominciò una processione di signori che venivano a farle complimenti e parlavano Dio sa come, in presenza mia, non mi guardavano neanco come una serva, peggio come un cagnolino. »La buona Rosilde ci pativa più di me e si dava una gran pena di avvertirli e di dire a tutti: questa è mia sorella e di farmi rispettare. Ma ogni volta s'era da capo.

No, sai, o ben poco. Ammettiamo pure che non mi avresti dato la prima; quanto al resto, hai fatto il tuo potere, come io facevo il mio. Sei diventato fortissimo, e te ne faccio i miei complimenti. Gi

Rosina scoppiò come un petardo. Come sarebbe a dire? gridò essa venendo incontro al padrone di casa, con mossa quasi minacciante. Gli è a noi che fa di questi bei complimenti lei, brutto muso da torcicollo?... Oh, l

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