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Aggiornato: 15 giugno 2025
Ma era fissato ch'io non dovessi uscire dal Museo con una gradevole immagine davanti agli occhi. La portinaia aperse una porta e mi disse ridendo: Entri. Entrai e detti indietro intimorito: mi parve d'esser capitato in un manicomio di giganti. La vasta sala era piena di colossali statue di legno colorito, rappresentanti tutti gli attori e tutte le comparse del gran dramma della Passione, soldati, aguzzini, spettatori, ciascuno nell'atteggiamento richiesto dal suo ufficio, chi in atto di flagellare, chi di legare, chi di ferire, chi di schernire, orrendi volti orrendamente contratti; poi le donne inginocchiate, Gesù confitto sopra una croce enorme, i ladroni, la scala, gli strumenti del supplizio: tutte le cose occorrenti, in somma, per rappresentare la Passione, come si faceva una volta, sulle piazze, con un gruppo di quei colossi, che dovevano occupare lo spazio d'una casa. E anche qui piaghe, chiome inzuppate di sangue, lacerazioni da far raccapriccire. "Vede quel Giudeo l
Arriviamo finalmente sulla Senna. Che largo e sano respiro! E come è sempre bella questa grande strada azzurra che fugge, riflettendo i colori allegri delle sue mille case galleggianti, fra le due alte rive coronate di colossi di pietra! Davanti e dietro di noi i ponti lunghissimi confondono i loro archi d'ogni forma, e le strisce nere della folla che brulica dietro ai loro parapetti; sotto, i battelli stipati di teste s'inseguono; frotte di gente scendono continuamente dalle gradinate delle rive e fanno ressa agli scali; e la voce confusa della moltitudine si mesce ai canti delle mille donne affollate nei lavatoi, al suono dei corni e delle campanelle, allo strepito delle carrozze dei quais, al lamento del fiume e al mormorio degli alberi delle due rive, agitati da un'arietta vivace che fa sentire la freschezza della campagna e del mare. Anche la Senna lavora per «la gran festa della pace» e par che spieghi più benevolmente dell'usato, in mezzo alle due Parigi che la guardano, la sua maest
Ogni cannonata è aspettata da 10, 20, 30 echi pronti a schiacciarne il fragore sbranarlo, lacerarlo, liquefarlo, spremerlo, allungarlo, spezzettarlo per poi riscagliare tutto con schizzi, sputi, scherzi, rabbuffi e risate, risaaaate, risaaaate infiniiiiiiiiite. Sento lontanissimo dietro di me rumoreggiare dei colossi che certo buffonescamente calpestano la lamiera del mare Adriatico.
Fathma e Omar si erano arrestati ai piedi di uno di quei colossi per prendere un po' di riposo, quando a sei o settecento metri lontano echeggiò improvvisamente una detonazione seguita poco dopo da un formidabile ruggito e da un grido straziante.
Si alzò, quasi con uno strappo, si avvicinò alla finestra, e stette un istante curvo dietro i cristalli, mentre le prime grosse gocce di pioggia vi crepitavan sopra, e la rabbia del vento assumeva una straordinaria veemenza. Poi voltandosi ruppe: Povere moribonde razze latine! Guarda come il Nord con le vaste ombre de' suoi colossi ne ricopre l'agonia! E che sconsolata, che turpe agonia!
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