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Aggiornato: 21 giugno 2025


Fra i giganteschi progetti di lui eravi quello di deviare il corso del fiume da Roma, in modo che, girando intorno al Gianicolo, andasse poi a scaricarsi nel mare attraverso le Paludi Pontine presso il capo Circeo, invece che ad Ostia. La morte di Cesare impedì la realizzazione di questo progetto, come di molti altri. Se fosse stato eseguito, non solo sarebbe mutata la configurazione della citt

Bisogna sedersi su quei muri, allorchè la sera ravvolge, nella porpora da prima, poi nell'oro, tutte quelle mura, tutte quelle rovine tappezzate di foglie, ed allorchè la montagna, il mare, il capo Circeo si tingono con sfumature indicibili.

Più lontano ancora si scopre il lago dei Monaci, poi quello di Crapolace, infine il gran lago di Paola con la sua torre, e non lontano da questo il capo Circeo, che il mare sembra circondare da ogni lato.

Questa è la breve storia del capo Circeo: intanto il sole si è alzato fra i monti di Gaeta e la luna è scomparsa nella luce. Il capo è apparso tutto scoperto dinanzi a noi, illuminato dal sole matutino con una luce tranquilla e tutto l'incanto è finito. Poche cose nel mondo tollerano una troppo grande vicinanza, o piuttosto il rapporto della nostra immaginazione con esse non le sopporta.

E la vista del capo Circeo ci richiama alla poesia omerica, e quella della lontana Astura ci trasporta in altre storie, in altra poesia, che ci circondano tre periodi dell'umana civilt

Tutto qui allora spira dolcezza. Mentre il capo Circeo riporta alle avventure omeriche, alle imagini dell'Odissea, la solitaria torre di Astura parla delle grandi e non meno poetiche memorie dell'epoca degli Hohenstaufen. Quanti ricordi non risvegliano questi nomi degli Hohenstaufen e del provenzale Carlo d'Angiò!

Visitammo tutto il castello composto di piccole e melanconiche stanze, dove il ragno tesse le sue tele e lo scorpione trova un ricovero nelle infinite screpolature dei muri; la vista però, tanto sulla pianura verdeggiante, quanto sul limpido mare, dove ora si vedono, ora spariscono le vele delle barche pescherecce, è bella e affascinante. La torre sembra fatta apposta per un bardo, che vi suoni l'arpa e vi muoia col canto del cigno, nell'ora in cui il sole scende in mare e tinge di color porpora il capo Circeo. In quell'ora regna sul mare una tale tranquillit

Felicemente raggiungemmo Nettuno e di qui, con un senso di compiacenza, contemplammo la strada percorsa ed il castello di Astura che a quella distanza, a quella dubbia luce emergeva come un cigno sulle onde del mare. Il Circeo.

Il 28 giugno, il pittore ed io partimmo lungo questa spiaggia per recarci ad Astura, distante circa tre ore di cammino. Il mattino era di una limpidezza straordinaria, il mare tranquillissimo ed il capo Circeo, avvolto in una tinta rosea, davano al quadro un aspetto del tutto omerico. A Nettuno comprammo vino e pane e quindi proseguimmo la nostra strada.

Ho percorso tutte le più belle regioni d'Italia, ho vagato per le famose pianure di Agrigento e di Siracusa, ma nonostante lo scintillio di colori di queste regioni meridionali, confesso di non aver mai provato un'impressione tanto profonda come la campagna romana ed il Lazio hanno saputo suscitare in me. Queste contrade mi son divenute così familiari quanto quelle della mia patria, avendole dovute studiare profondamente per la mia storia di Roma nel medio-evo, e visitandole mi sono apparse sempre nuove e piene di grandezza. Quando poi me ne allontano, provo ardente il desiderio di rivederle. Non ho mai potuto contemplare da Monte Mario la valle che si apre fra Palestrina e Colonna verso la campagna latina, senza sentirmici attratto come da un'imperiosa seduzione. E' possibile che questo paesaggio debba ai ricordi storici gran parte del fascino irresistibile che esercita sul visitatore, ma anche senza di quelli son persuaso che sedurrebbe per il carattere nobile e grandioso che la natura gli ha impresso. Alcuni luoghi hanno un aspetto del tutto mitologico, come, per esempio, la pineta di Castel Fusano, presso Ostia, con i suoi alberi giganteschi che si stendono sino al mare, e la larga foce del Tevere, che la fantasia si sente portata a popolare di figure leggendarie e favolose. Altre regioni invece hanno un carattere del tutto lirico, altre ancora epico, omerico, come Astura e il capo Circeo. Nessuna regione però ha un carattere storico, solennemente tragico, al pari della campagna di Roma. Essa appare come il teatro più grande della storia, come la scena dell'universo. Nessuna descrizione poetica, nessun pennello di genio, per quanto molti artisti di valore vi si siano provati, saprebbe dare un'idea della bellezza grandiosa e superba della campagna del Lazio a chi non l'abbia veduta e sentita. L

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