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Aggiornato: 14 luglio 2025
Eh, si capisce; i caloriferi hanno lavorato fino a tanto che hanno potuto, e poi, buona notte. Ma cosa è stato, mi dica? Se mi avesse chiamato, Dio benedetto! Brava! Se ci avessi pensato, sarei anche andato a letto. Ma non ci ho pensato; ero in viaggio. In viaggio! ripetè la signora Zita, inarcando le ciglia.
Li occhi a la terra e le ciglia avea rase d'ogne baldanza, e dicea ne' sospiri: <<Chi m'ha negate le dolenti case!>>. E a me disse: <<Tu, perch'io m'adiri, non sbigottir, ch'io vincero` la prova, qual ch'a la difension dentro s'aggiri. Questa lor tracotanza non e` nova; che' gia` l'usaro a men segreta porta, la qual sanza serrame ancor si trova.
E ciò che prova non esser essi affetti dal male di mare, si è che la disputa proveniva dalla distribuzione del rancio. Era proprio curioso veder l'eccellente Bassini inarcar le ciglia con un'aria d'autorit
Non credo che splendesse tanto lume sotto le ciglia a Venere, trafitta dal figlio fuor di tutto suo costume. Ella ridea da l’altra riva dritta, trattando più color con le sue mani, che l’alta terra sanza seme gitta. Tre passi ci facea il fiume lontani; ma Elesponto, l
Abarima mise un piccolo grido, abbassò le ciglia e rannicchiò il collo tra le spalle.
Io guardai la donna; delicatissime apparivano la bianchezza rosea del suo volto, l'espressione degli occhi lunghi, ombrati da palpebre simili a minuscoli ventagli, coronati da ciglia simili a leggiere strisce arcuate di pennello.
Scivolatagli dalle braccia, ella gli stava davanti in ginocchio, ammirandolo con espressione ingenua; lo guardò, coi grandi occhi dolci e ridenti velati da ciglia lunghe, e rimase immobile, così che Filippo dovette scuoterla.
Nato in Narbona il buon Danese ancide Piagato in fronte, indi Gusmano atterra; L'ampia Siviglia il crebbe; ei gli recide Le ciglia e gli occhi in tetro orror gli serra; Grison, cui par Sebeto unqua non vide In maneggiar corsieri incliti in guerra, Lacerato le fauci anco trabocca, E sangue e denti gli cadean di bocca.
Appariva tranquillamente superba di bellezza; irradiato dal senso di equilibrio ch'era in ogni cosa intorno, il volto calmo aveva particolari squisiti: gli occhi grigi a mandorla ornati di ciglia lunghe, il naso diritto con piccole narici, la bocca purissima dalle labbra vive.
Chi l'imbusto di dietro le dilaccia, chi di molt'acqua nella fronte spruzza. Ipalca era graffiata, meschinaccia, le mani, e piange e le ciglia strabuzza; e perch'è giunto Gano, si dispera a ricoprirle il sen che scoperto era. Quel tristo ipocriton del conte Gano disse: Un effetto isterico gli è questo. Le porrò sopra il seno una mia mano: poiché son maschio, ella guarisce presto.
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