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Aggiornato: 7 giugno 2025


Francesco Cènci sopraggiunge tempestando, con lo stile alla mano: balbuziente per furore, egli grida: Dov'è la mala vipera? Morte di Dio! Chi mi ha ammazzato Nerone?... Chi? Io. Ebbene; anche tu... ma no, prima la vipera. E si china sul figliuolo per iscannarlo.

Ah, quelle mani d’assassino vile che avete creduto d’intravedere in quello specchio infamante, e quella faccia senza colore china su la frode abominevole! Io ho presa la mia vita, col dolore, con l’amore, con la colpa, col rimorso, col peso di tutti gli anni e di tutti i mali, con la vergogna e con la bellezza, con la menzogna e con la verit

La spiaggia s'intenebra entro le mie pupille... Eccolo! Eccolo!... Il Dio si china; il suo dorso s'infiora di labbra scarlatte... il suo dorso ignudo è corazzato di ardenti smeraldi e di pupille verdi, liquefatte da un sole di disperazione!...

Vi bevono l'acqua e si ubbriacano di vino, ed alla sera rotolano giù per la rapida china cantando e ridendo allegramente. Gran buona pasta di santo questo che si lascia adorare in tal maniera!

Piange la vecchia dondolando la sua campana. Quasi cade, per stanchezza, trascinata giù dal peso ondeggiante e i capelli bianchi le coprono il viso pacificato. Non ci guarda. China sorveglia meravigliata i bei suoni melodiosi che le gocciano dal cuore. E' lei, lei la prima, con la prima campana!

Veramente questo racconto fa ai calci col primo, ma non vuol dire, il pane di che si cibano i Gesuiti sia impastato di farina di contradizione. D'altronde ogni prete promosso Papa si china per l'ultima volta in terra a raccattarvi la superbia, che morendo ci lasciò cascare il suo antecessore.

E dopo lui l'abbracciarono Ciro, Pericle, i colleghi; tre grossi baci gli stampò in fronte Cipriano. Dieci giorni dopo quest'onore reso a Polo, Cipriano passeggiava in un salotto terreno della suo villa al Zango, il quale, paesuolo a mezza via tra Modica e Pozzallo, sta a cavaliere della china che dai colli va morendo su Scicli e giù giù sulle sponde del Ragusa.

29 Più inanzi, e poi più inanzi i passi muta, tanto che se gli accosta a faccia a faccia; e con fraterno affetto lo saluta, e se gli china a lato, e al collo abbraccia. Io non so quanto ben questa venuta di Leone improvisa a Ruggier piaccia; che teme che lo turbi e gli dia noia, e se gli voglia oppor, perché non muoia.

Il vecchio Barbarigo, colla testa china e colle mani incrocicchiate sul petto, si pose ad ascoltare le parole del Malumbra.

Ma lasciamo da banda queste superbe malinconie, che molti non intendono più. Il romanzo, questa rappresentazione della vita, deve correre, obbedendo ai suoi nuovi maestri, sulla china della verit

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