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Aggiornato: 10 giugno 2025


Poi, volgendosi da capo al letto dell'infermo, proseguì: Non chiedo certamente di essere pagato per l'opera mia. Poichè, come ho gi

Non parlare così, interruppe Berto. Ti fa troppo male.... Ella lo fissò con gli occhi sbarrati; quel «tu» le parve più brutale d'un bacio che le avesse chiuso improvvisamente la bocca; ma Berto se ne avvide, e soggiunse: Vi chiedo scusa; non volevo offendervi. Vi amo, e non ho saputo dominarmi. No, disse Loredana, alzandosi, mi lasci andare! Berto osò stendere una mano su di lei.

Chiedo scusa ai lettori di aver loro fatto ingozzare questa tirata, che a qualcuno far

Trattenendola, in tono di comando, dominandola. Rimani!... Entra PIERO dal fondo affrettato. Ti chiedo una cosa sola: di tacere! Nicoletta, Piero, Raimondo. Ah! sei qui, Raimondo. Ti ho cercato.... Con uno sforzo si mostra calmo, quasi gaio. Son qui.... e come vedi, sano e salvo! Quell'altro se l'è cavata con una lieve ferita al braccio. Ci siamo stretta la mano, e non se ne parla più.

Che sia stata composta su questi poggi non ha da dubitarsi, interruppe Orazio con modo acerbo; ma che l'abbia fatta uno ignorante non è vero, brutta scimmia, perchè l'ho fatta io... Orazio... vi chiedo perdono... io non credeva...

Non ti chiedo altro che d'aspettare ancora un poco, per rassicurarti, per provarti che non posso mutare, qualunque cosa avvenga; che abbandonarmi a te, riposare in te, darti quanto mi resta di sentimento, di ingegno e di vita, è l'unico mio desiderio, l'ultimo mio bisogno.... Ella scosse il capo, senza rialzarlo. No. Mai.

Gli amici in giro scoppiarono in una risata fragorosa, che fece alzar la testa a Berto Candriani. Egli aveva commesso parecchi spropositi e aveva nuovamente perduto; gettò le carte sul tavoliere, dicendo ai compagni: Vi chiedo scusa; oggi non va. Troveremo qualcuno che possa sostituirmi. No, no, interruppe il marchese di Spinea. Anche noi siamo stanchi, non è vero?

Tu verrai domattina alla Badiola. Addio, Giovanni. Sia benedetta la tua semenza. Ambedue stringemmo quelle mani infaticabili, santificate dalla semenza che spargevano, dal bene che avevano sparso. Il vecchio fece l'atto d'accompagnarci verso la callaia. Ma si soffermò, esitante. Disse: Vi chiedo una grazia Parla, Giovanni. Egli aprì il sacco che gli pendeva dal collo.

In questo punto si fece udire il lamento di una remota campana, che suonava per la prece che i Cristiani sogliono nell'ore della notte recitare per le anime dei loro morti: Ghino ne raccolse i tocchi concentrato, come lo annunzio di disastro avvenuto, poi disse a Rogiero: «Bel Cavaliere, vi chiedo perdono se per un momento vi lascio senza compagnia, perchè m'è forza recitare alcune mie orazioni

La contessa tacque subito. Si alzò, andò alla finestra, scostò macchinalmente le cortine e guardò la folla nera nella strada. Ariberto mi ha rammentato che sono a Parigi per lavorare, seguitò Folco con voce più calma. Ho fatto male a non dirtelo; ne convengo; e te ne chiedo scusa. Credevo che pel mio lavoro tu non avessi più simpatia, e mi ripromettevo di lavorare solo. Ecco tutto.

Parola Del Giorno

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