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Aggiornato: 8 giugno 2025


GERASTO. T'ho visto con gli occhi miei che lo tocchi e cenni, e mi hai fatto entrar in maggior suspetto. Vien qui, uomo da bene: chi invia queste vesti? TOFANO. Io, quando questa mattina..., subito che.... GERASTO. Che quando, che mattina, che subito? Vai pensando qualche trappola! PANURGO. Io dico... TOFANO. Lascia dire a me. GERASTO. Taci tu; di' tu: lo vo' intendere da lui non da te.

Torino 1894; Impallomeni: Cenni sul ricorso in Cassazione dell'on. De Felice Giuffrida e C. Palermo 1894; A. Pierantoni: La costituzione e la legge marziale, La legge e non l'arbitrio, Roma 1894. Una fiacca difesa dello Stato di assedio ed i Tribunali militari tentarono A. Muratori e Torquato Giannini: Lo Stato d'assedio e i Tribunali militari. Firenze 1894.

L’almirante lo lasciava dire; frenava lo sdegno, e accettava in silenzio le scuse; a tutto l’altro rispondeva con brevi cenni del capo.

I due birri, che stavano di guardia alla porta della sala, ogni tanto facevano cenni con le mani, prima che cominciasse l'udienza, e il silenzio a un tratto si ristabiliva. Poco dopo le vociferazioni, le esclamazioni d'impazienza ripigliavano, e i birri, chiamandoli per nome, minacciavano di far uscire i più rumorosi.

Costui, diffatti, non disse verbo, e a certe dimande che gli fece il padrone in lingua forestiera, e che certamente non era tra le parlate in Europa, ripose a cenni rispettosi del capo. Un servitore di poche parole! notò il Giuliani, mentre salivano. Ah , povero Sindi! rispose il Duca.

Caonec, intelligente selvaggio, obbediva a tutti i cenni di quel figlio del cielo. Presolo sotto le ascelle, lo condusse barcollante verso la macchia.

Gli cavalcava al fianco, in vesti virili, la sua Anita; gli faceva da guida Ciceruacchio coi suoi figli, l'accompagnava Ugo Bassi; ne seguivano le sorti Sacchi, Marocchetti, Montanari, Hoffstetter, Cenni, Livraghi, Isnardi, Sisco, Ceccaldi, Chiassi, Stagnetti, Bueno, Müller, l'eletta dei suoi ufficiali superstiti.

corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra; quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, e con cose nostrali e con istrane; ne' gia` con si` diversa cennamella cavalier vidi muover ne' pedoni, ne' nave a segno di terra o di stella. Noi andavam con li diece demoni.

E queste doti eccelse e questi vanti, Di che pregiolla il cielo, incoronava Con una non mai veduta avanti, Onde gioconda il suo consorte amava: Ella da' cenni suoi, da' suoi sembianti Pendeva, i detti suoi soli ascoltava: Per tal modo in costei vedeansi insieme Somma virtù, men bellezze estreme.

Approssimasi al balcone, quindi benedice quella gente aggruppata nella corte, le ordina di ritirarsi ed ai capi che venissero a lui, perchè si sarebbero aperte le porte. Ma quei di giù, prendendo i cenni per inanimamento, si avventano di più rabbia alle porte. Appoggiano scale alle mura per isfondar le finestre; appiccano il fuoco alle stalle.

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