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Aggiornato: 2 giugno 2025


«Eh! ehle diss'egli; «voi ascolterete la medesima cosa, forse in tutti gli alberghi: dev'essere un figlio del locandiere quello che suona così, non ne dubitoEmilia sempre attenta, credeva udire un artista: un canto melodioso e querulo la piombò a grado a grado nella meditazione; i motteggi di Cavignì ne la trassero sgradevolmente.

Montoni tornò tardi ed era furente: aveva fatto una grossa perdita; prima di coricarsi, volle parlare a quattr'occhi con Cavignì, e l'aria di quest'ultimo fece conoscere abbastanza il seguente che il soggetto della conferenza eragli riuscito poco gradevole.

Mentre stava agitata e perplessa, udì camminare nel corridoio, ed Annetta entrò. «Ah! signorinadiss'ella, «è arrivato il signor Cavignì: son contentissima di veder finalmente una faccia cristiana in questo luogo. Egli è così buono, m'ha sempre dimostrato tanto interesse.... C'è pure il signor Verrezzi, ed un altro che voi non indovinereste mai.

Egli hadisse Cavignì, «un affare particolare col marchese Larivière, che, da quanto vedo, l'ha occupato fino ad ora, perchè non avrebbe mancato al certo di venire ad offrirvi i suoi omaggi

Si fermarono ad un castello poco lontano per prendervi Cavignì, e i viaggiatori percorsero le pianure della Linguadoca. Emilia fu relegata, senza riguardo, colla cameriera di sua zia nella seconda carrozza. La presenza di costei le impedì di legger la lettera di Valancourt, non volendo esporsi alle di lei probabili osservazioni sulla commozione che avrebbele cagionato la lettura della medesima. Nulladimeno, n'era tale la curiosit

Cavignì, che fino a quel punto era stato freddo spettatore di quella scena, fu in procinto di rompere in una risata, e lasciò il posto bruscamente. «Vedo bene che voi ignoratedisse alla Cheron la dama seduta accanto a lei, «che il giovine di cui parlaste alla signora Clairval è suo nipote!....

Finalmente tutta la famiglia s'imbarcò, ma Morano, Cavignì si fecero vedere. Questa circostanza rianimò un poco gli spiriti abbattuti di Emilia, la quale somigliava ad un condannato a morte, cui venga accordata una breve dilazione: il suo cuore si alleggerì ancor più, quando ebbero fatto il giro di San Marco senza fermarsi per prendere il conte.

Sopraggiunse poco di poi una faccenda che per qualche giorno sospese l'attenzione di Montoni; le visite misteriose d'Orsino si erano rinnovate con maggiore frequenza, dopo il ritorno di Montoni. Cavignì, Verrezzi, e qualcun altro erano ammessi, oltre Orsino, a questi conciliaboli notturni: Montoni divenne più riservato e severo che mai.

In quella uscì molta gente con lumi, ed Emilia conobbe distintamente, fra tutte le altre, la voce strillante di Annetta: scorse quindi Montoni e Cavignì seguiti da soldati. Non li vedeva più allora con paura, ma con isperanza, e non pensava più ai pericoli del castello, dal quale poco prima desiderava tanto fuggire.

I portantini si fermarono per prender fiato, ed i viaggiatori sedettero sulla cima d'una rupe. Montoni e Cavignì disputarono sul passaggio di Annibale attraverso le Alpi: quegli pretendeva che fosse entrato dal Cenisio, e questi sosteneva ch'era sceso dal San Bernardo.

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