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Aggiornato: 28 novembre 2025
L'esempio costante di ciò che vedete intorno a voi sembra dirvi che la gioventù della carne, mortificata a lungo da un profondo rammarico, si ribella un bel giorno al suo tormentatore e ripiglia i suoi diritti? Ammettiamo che sia vero, e rifacciamo i nostri poveri eroi su questo grazioso esemplare. Noi dunque dicevamo....
Fuori, laggiù, nell’alba, era la distanza infinita; nel mio cuore di navigante saliva, brillava, scintillava la spuma del vino biondo, cantava in me, non distinta, la folle musica dei bicchieri, la poesia felice, ingannatrice, che trilla su gli archi dei violini e scuote via dall’anima la polvere del buio dolore. In me, per ogni atomo, penetrava la gioia della carne umana, lo spasimo del grembo che si contorce, la viva e tremante furia della volutt
Dall'uscio aperto della cucina veniva un odor di carne soffritta di cui si sentiva lo sfriggolare: il bettoliere preparava lo stufato di pecora per l'indomani.
E forse emulazion tra lor nascea per quella gente misera, non buona, ne la cui carne e sangue e nervi ed ossa fan prova chi di loro abbia più possa. 25 Bastò di quattro l'animo e il valore a far ch'un campo e l'altro andasse rotto. Non restava arme, a chi fuggia, migliore che quella che si porta più di sotto.
Di quella vita mi volse costui che mi va innanzi, l'altr'ier, quando tonda vi si mostro` la suora di colui>>, e 'l sol mostrai; <<costui per la profonda notte menato m'ha d'i veri morti con questa vera carne che 'l seconda. Indi m'han tratto su` li suoi conforti, salendo e rigirando la montagna che drizza voi che 'l mondo fece torti.
⁸⁹ Fu pure nel corso della persecuzione di questo tiranno, tanto tristo quanto dissennato, che successe quel pietosissimo caso di sette fratelli che subirono il martirio, piuttosto che cedere alla intimazione di cibarsi di carne porcina o di fare atto di ossequio alle divinit
GULONE. Sí, carne di asino, di quelli che portano le pietre per le fabriche, tutti pieni di cancheri e di guidaleschi: e se pur qualche pollo, senza testa, senza piedi e senza ali, e senza fegadelli e ventricelli, che te ne servivi per l'insalate, ti veniva tronco a tavola, che parea che fosse stato alla rotta di Ravenna.
Questa volta cominciò il toro con retrocedere, dondolando il capo enorme, quasi per resistere alla morte che gli entrava nelle vene; si piegò, risorse, cadde, girando il collo tozzo, come per estirparsi dalla carne il ferro che l’uccideva. E non moriva, sebbene gli agitassero davanti agli occhi le rosse cappe, che forse non vedeva più.
Questa favilla tutta mi raccese mia conoscenza a la cangiata labbia, e ravvisai la faccia di Forese. «Deh, non contendere a l’asciutta scabbia che mi scolora», pregava, «la pelle, né a difetto di carne ch’io abbia; ma dimmi il ver di te, dì chi son quelle due anime che l
A poco a poco il mio cuore di barbaro vinceva ogni misericordia umana, l’odore voluttuoso del sangue mi esasperava come un vino ubbriacante, il piacere della carne dilaniata, il rantolo della bestiale agonia, come un piacere torbido e selvaggio lentamente s’impossessava di me.
Parola Del Giorno
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