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Clarice dichiarò netto che dopo il conte Vagli, il conte Candriani era il gentiluomo più compito del mondo, forse perchè, invece di far complimenti usuali alla bella amante, egli aveva rivolto la sua galanteria scherzosa alla cantatrice, la quale n'era rimasta ammiratissima. Berto non abusò del privilegio e non si recò mai da Loredana se non accompagnando Filippo.

Mai non scorderò la graziosa cantatrice del bosco; molto meno scorderò i fiori colti in riva all'Altmühl, il salottino di casa von Dobra e l'appassionata giovinetta che tanto osava per Violet. Possa ella aver incontrato un amore degno del suo generoso cuore, possa essere felice! Aveva certo un cuore fedele, un cuore che non muta, che non oblìa. Se queste pagine vedranno mai la luce, se verranno alle sue mani, sia pure in un giorno assai lontano, io so ch'ella ne avr

L'antica imperatrice, ancor gioviale, è quivi giunta ad onorar la sera, ma in figura privata col danese. Non dimandar se inchini fa il marchese. Da Montalban non veniva Clarice, ché Rinaldo le gioie le ha impegnate, e le andrienne ad una cantatrice ha date in don, le cuffie e le cascate.

La Teobaldi salutò ancora Loredana, salutò Emma, ed uscì tra il fruscìo dell'abito alla Pompadour e della sottana inamidata. Non ti spaventare, disse la fanciulla a sua madre, non appena l'uscio fu chiuso alle spalle della cantatrice. Sto bene, ora; possiamo partire.... E fece l'atto di scendere, ma Emma la rattenne. No, disse. Puoi aspettare; partiremo stasera.

Disse la dama: Senti: s'egli è vero, alla croce di Dio! con un pugnale gli spacco il cor, lo mando al cimitero: conoscerá Marfisa quanto vale. E detto questo, va come il pensiero. Ipalca replicava: Chi e quale? La dama irata si rivolge e dice: Ella è una cantatrice, cantatrice.

Da prima i signori avevano esitato, per una specie di pudicizia, a salire le scale della cantatrice. Poi, a poco a poco, avevano vinta ogni esitazione. Anche li uomini più gravi facevano di tanto in tanto la loro comparsa nel salotto di Violetta Kutuf

Stavami ne le fascie stretto e solo, come l'augelletto, il qual distende l'ale, ma non s'innalza e n'ha gran dolo. Chi su, chi giú quel tutto che s'intende da l'uom, se non a pieno, almen in parte, va, vien, traversa, corre, monta e scende. Ciascun mai d'Omonía non si diparte! cosí la cantatrice udi' chiamare, che i passi altrui col canto suo comparte.

... Quella sera aveva avuto luogo, al teatro, la beneficiata della diva Soleil e uno splendido mazzo di orchidee e di violette russe, che spiccava fra i moltissimi stati offerti alla festeggiata cantatrice, aveva suscitato nel palchetti i commenti ed i pettegolezzi delle signore. Certo, certo, era stato il Vharè! Era il dono del Vharè! Era l'omaggio del Vharè!