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Aggiornato: 1 giugno 2025


Il cannone tuona il punto in cui siamo è in pericolo, come in posizione di essere tagliato fuori, e poi il giorno di domani ci promette un campo di battaglia degno di voi. Adunque vi chiedo ancora una notte di sacrificio, progrediamo la marcia. Viva l'indipendenza italiana. Merate, 4 agosto 1848. G. Garibaldi

Danza di corpi grigio-verdi su groppe tumultuose, criniere al vento, scintillii e grondare di luce sulle ruote-raggiere. Con rapida manovra si ferma. Il primo cannone ha gi

La bimba, quando lo sentiva venire, gli correva incontro con le braccia aperte chiamandolo a nome, ed egli la sollevava per di sotto le ascelle, su, su, fino ad avvicinar la faccia bianca di lei al suo viso abbronzito; poi se la metteva sulla spalla e la conduceva in giro per la stanza. Dai forti il cannone tuonava e faceva tremar i vetri. Vergine santissima! esclamavano Fortunata e la madre.

E perchè meno su quel cannone che in qualunque altra parte del castellodisse Emilia sorridendo. «Credo che il letto sarebbe duro. , ma non si può trovarne un più cattivo. Il fatto sta che la notte scorsa fu veduto qualcosa vicino a quel cannone, che vi stava come di guardia. E tu credi a tutte le favole che ti spacciano? Signorina, vi farò vedere il cannone di cui si tratta.

No, no, lasciami seguitare. Anch'io mi conosco; è questa la parte d'ingegno ch'io ho. Del resto non me ne accoro; io non ho da inventar nulla, la stampa, la polvere da cannone. Ho capito che cos'è il mondo, e per dargli a' versi mi basta saper fare il nodo alla cravatta (vedrai che un giorno torner

Così a Venezia. Il cannone tuonava intorno a Malghera, e tuttavia il popolo conservava il suo umore gaio e il suo spirito caustico; si sarebbe detto talvolta che c'era nella citt

Prese un sentiero e si die' a fuggire rapido come una saetta, ora correndo come una palla di cannone e ora deviando e saltando, lacerando i cespugli, lasciando mezze vesti fra le spine, cozzando o incespicando fra i rami e le radici che le tenebre non gli permettevano ben di distinguere. Udì dietro di le voci rauche dei beduini poi tre o quattro colpi di moschetto ma non s'arrestò.

Credette Vincenzo Yanez di veder terra, e gli parve di vederla così chiaramente, da non consentire alcun dubbio. Perciò fece innalzare lo stendardo sull’albero di maestra, e sparare un colpo di cannone. Erano quelli i segnali stabiliti, per chi primo scoprisse il lido sospirato. Fu grande la gioia su tutte le navi; ma fu anche breve.

Donna Cariclea fremeva: invano aguzzava gli occhi, sulla torricella, ma non un'anima passava nella valle, non un carro, non un contadino, un deserto, un paese morto. Il cannone si arrestava, talvolta, per cinque minuti, ma dopo riprendeva con più vigore. Stette tre ore, lassù, sino all'imbrunire. E sempre il cannone: talvolta allegro, talvolta lungo e lugubre. Poi tacque. Era notte.

Passarono i quattro Scarlinesi, per tornare alle case loro, dalla Torre di Partiglioni, e visto presso l'innocente cannone, utensile obbligato delle torri di costa, volevano in segno di festa a ludibrio dei cannonieri e del loro governo, gettarlo in mare.

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