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Aggiornato: 6 giugno 2025


Il Falamonica intanto a calar la sua fune. Tutto andò com'egli aveva immaginato. Il crocco dondolava, faceva le giravolte a due o tre spanne dalla secchia. Bisognava dunque spenzolarsi sull'orlo del pozzo e allungare il braccio, perchè il gancio arrivasse; pel resto, non si trattava che di cogliere il punto buono e infilare il dente nell'anello insidiato. Il Maso guardava, e guardando pensava.

Non scese mai con veloce moto foco di spessa nube, quando piove da quel confine che più va remoto, com’ io vidi calar l’uccel di Giove per l’alber giù, rompendo de la scorza, non che d’i fiori e de le foglie nove; e ferì ’l carro di tutta sua forza; ond’ el piegò come nave in fortuna, vinta da l’onda, or da poggia, or da orza.

Veggendoci calar, ciascun ristette, e de la schiera tre si dipartiro con archi e asticciuole prima elette; e l'un grido` da lungi: <<A qual martiro venite voi che scendete la costa? Ditel costinci; se non, l'arco tiro>>. Lo mio maestro disse: <<La risposta farem noi a Chiron costa` di presso: mal fu la voglia tua sempre si` tosta>>.

Era primo a destare i suoi compagni all'opra, primo ad arrampicarsi fra le rocce per iscerre la men difficile strada, primo a scomporre carri, a calar cannoni dagli scogli, a ridurre i dispersi commilitoni sotto le bandiere. Era caro ai soldati, agli eguali ed a' suoi superiori, che gli promettevano in Italia larga messe di premj.

Anch'egli si stemperò in lagrime così abbracciato da sua moglie; quindi, come non potendo regger più in piedi, si lasciò calar ginocchioni per terra, e tendendo le due braccia verso il capitano, che punto non si era mosso, esclamò con voce arrangolata: Perdono! perdono! Biale s'avanzò lentamente verso il colpevole, muto, severo, solenne.

Non scese mai con si` veloce moto foco di spessa nube, quando piove da quel confine che piu` va remoto, com'io vidi calar l'uccel di Giove per l'alber giu`, rompendo de la scorza, non che d'i fiori e de le foglie nove; e feri` 'l carro di tutta sua forza; ond'el piego` come nave in fortuna, vinta da l'onda, or da poggia, or da orza.

17 Tre volte e quattro il pallido nocchiero mette vigor perché 'l timon sia volto e trovi più sicuro altro sentiero; ma quel si rompe, e poi dal mar gli è tolto. Ha la vela piena il vento fiero, che non si può calar poco molto: tempo han di riparo o di consiglio; che troppo appresso è quel mortal periglio.

Vorrei che sempre si piangesse in casa tua, e non ne mancassero mai le bótte piene di quella lacrima: ché quel color di sangue mi fa rallegrar tutto il sangue; fresco e brillante, mi fa brillare il core; ponendolo in bocca, quel suavissimo odore mi conforta il naso e il cervello e il gusto. E quando lo sento calar nel petto, porta seco un mar di piacere e un foco tacito che tutto mi riscalda.

10 Or da fronte or da tergo il vento spira; e questo inanzi, e quello a dietro caccia: un altro da traverso il legno aggira; e ciascun pur naufragio gli minaccia. Quel che siede al governo, alto sospira pallido e sbigottito ne la faccia; e grida invano, e invan con mano accenna or di voltare, or di calar l'antenna. 11 Ma poco il cenno, e 'l gridar poco vale: tolto è 'l veder da la piovosa notte.

CONSTANZA. O Dio, che sommamente desio vederla. PARDO. Attilio, va' su e fa' calar la tua sorella. ATTILIO. Vado. PARDO. Come sète venuta cosí sola. CONSTANZA. Lungo tempo bisogna, consorte mio, a narrar lunga istoria della servitú sofferta fra quei cani, de' lunghissimi travagli del viaggio, che non son stati minori. PARDO. Ecco la tua figlia Cleria.

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