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Aggiornato: 16 giugno 2025
Il cor, come rosata Conchiglia tolta ai ceruli misteri Dell'onda, emana un mistico frastuono, Che vien da un'invisibile e ritorna A una sponda invisibile, tra cui Non anco rugge la tempesta umana. E mi dicea come morì travolta Dalla sterile vita in un'angoscia D'oltraggiate speranze, invan stringendo Nella man l'ombra dei fuggenti sogni Fatti quasi rimorsi.
Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli disperato dolor che ’l cor mi preme gi
Ma pure Traluci a me, benchè ti copra un velo; In mille voci annuncian tue fatture Il Re del Cielo. Ma delle tue fatture la più bella, Quella che più di grazia è portatrice, Quella che più ti rappresenta, quella Che al cor più dice, Ell'è Maria, la Vergine, la Figlia Dell'Uomo, in Ciel fatta a' fratei reina! La femminil piet
Tanto vogl'io, tanto Ebrain richiede Per estremo conforto a' casi duri L'antico tuo signor; s'ami la fede, Fa, che ben cauto i miei desir procuri; Non ingombri tuo cor vana mercede; Pronto disponti a ciò; vuo' che tu giuri, Che s'io rimango ne la pugna oppresso, Sultana per tua man verrammi appresso.
Ogni cosa creata in ciel e in terra E ne lo abysso, convien che amor senta Ogni triegua, ogni pace, & ogni guerra Per amor, solo scema, & augumenta: Se dunque questa regula non erra Non trovar spero in te, la fiamma spenta Anci ardente che un cor più che è gentile In amor è più pronto, e più virile
Io fui ’n su l’alto e ’n sul beato monte, Ove adorai baciando il santo sasso, E caddi ’n su quella pietra, ohimè lasso! Ove l’Onesta pose la sua fronte. E ch’ella chiuse d’ogni virtù ’l fonte Quel giorno, che di morte acerbo passo Fece la donna dello mio cor lasso, Gi
Prende fra' Turchi fuggitivi un volo, E dove è Periandro affrena i passi; Era costui di Boristen figliuolo, Supremo arcier fra' popoli Circassi; E gli dicea: se ti percote il duolo De' nostri in guerra sbigottiti e lassi, E dati a morte, e se nel cor disire Ti sfavilla di gloria, odi il mio dire.
e però lo minor giron suggella del segno suo e Soddoma e Caorsa e chi, spregiando Dio col cor, favella. La frode, ond’ ogne coscïenza è morsa, può l’omo usare in colui che ’n lui fida e in quel che fidanza non imborsa. Questo modo di retro par ch’incida pur lo vinco d’amor che fa natura; onde nel cerchio secondo s’annida
Ciascuno al fin de le battaglie intento Rivesta l'armi; ed infiammate in guerra I magnanimi cor d'alto ardimento. Hassi a sforzar l'assediata Terra: E del popol di Rodi il vigor spento, Dissipate le mura, onde ei si serra, Il fosso pien, da travagliarsi è poco Per entrar con l'insegne, e porla in fuoco.
Qual v'ha Meandro all'acque tue simile? Qual altra auretta i cor tanto ricrea? E come, fuor del consüeto stile, Qui il villanel di belle arti si bea! Qui leggiadri pittori ebbero cuna, E lor opre Varallo in copia aduna.
Parola Del Giorno
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