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pero` che forse appar la sua matera sempre esser buona, ma non ciascun segno e` buono, ancor che buona sia la cera>>. <<Le tue parole e 'l mio seguace ingegno>>, rispuos'io lui, <<m'hanno amor discoverto, ma cio` m'ha fatto di dubbiar piu` pregno; che', s'amore e` di fuori a noi offerto, e l'anima non va con altro piede, se dritta o torta va, non e` suo merto>>.

E tu, disse infine quand'ebbe esaurito anche quel tema, com'hai passato il tempo? Al solito, rispose lei: qui, lo sai, non ci si può divertire certo come a Palermo. E disse quest'ultime parole con un leggiero tono d'amarezza. Allora il giovane si accorse di quella sua cera brusca, e ne fu proprio sgomento.

E però, se pensi levarmi dallo amore di costei, tu cerchi abracciar l'ombra e pigliare il vento con le reti. POLINICO. E questo ben mi pesa: perché, dove esser solevi piú trattabile che cera, or piú ruvido mi pari che la piú alta rovere che si trovi. E sai tu come ell'è? Io ne lasserò il pensiero a te. E sappi che tu ci capiterai male. LIDIO. Io nol credo.

Abbiamo letto stampato che il Guerrazzi non sovvenisse al Piemonte nella guerra contro lo austriaco; e posto ciò lo vedemmo scomunicato in cera gialla. Quando la storia si detter

Ma saria cosa lunga. ARTEMONA. E come è fatto? di cera? PILASTRINO. Non ne vidi mai ritratto: come intraviene ancor di molti idii che fanno il grande e non si mostran mai in forma alcuna.

Sentendo fender l'aere a le verdi ali, fuggi` 'l serpente, e li angeli dier volta, suso a le poste rivolando iguali. L'ombra che s'era al giudice raccolta quando chiamo`, per tutto quello assalto punto non fu da me guardare sciolta. <<Se la lucerna che ti mena in alto truovi nel tuo arbitrio tanta cera quant'e` mestiere infino al sommo smalto>>,

Adriano osservò, non senza balbutire, che il mobile era chiuso, che bisognava una chiave... E, tirandosi di tasca un po' di cera, modellò il buco della toppa, e ricondusse sua cugina nel boudoir.

Poi s'appiccar, come di calda cera fossero stati, e mischiar lor colore, ne' l'un ne' l'altro gia` parea quel ch'era: come procede innanzi da l'ardore, per lo papiro suso, un color bruno che non e` nero ancora e 'l bianco more. Li altri due 'l riguardavano, e ciascuno gridava: <<Ome`, Agnel, come ti muti! Vedi che gia` non se' ne' due ne' uno>>.

Non più di venti passi io potei procedere portando entro me prepotente il tumulto suscitato da quella fugace visione passata lasciando sul fondo oscuro della mia anima un solco di fiamma. Quando mi voltai, e la rividi, affacciata alla finestra, che mi fissava, sentii da me fuggire quasi l'essenza della vita. Come cera al fuoco sotto quello sguardo mi sentivo struggere, e mi lasciavo struggere.

Perchè? domandò a sua volta Ariberti. Perchè ci hai mandato a monte ogni cosa, mentre eravamo sicuri di vincere. Ho detto quel che pensavo e credevo essere il vero; rispose Ariberti, facendo la cera brusca. Del resto, se quattro ciance mie son bastate a farvi fuggire la vittoria di mano, gli è segno che non era quello il tempo e il modo di vincere.