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Aggiornato: 31 maggio 2025


L'articolo su Dante si sa che in Inghilterra fu accolto con grandissimo applauso, e pel suo merito intrinseco, e perché parla le lodi d'un poeta studiatissimo dagl'inglesi e ad essi carissimo. Si sa inoltre, o si sospetta con fondamento da chi ha l'occhio esercitato, che lo scrittore ne sia un uomo celebre, italiano per origine e per famiglia, e greco per nascita.

Stando a quanto scrisse un celebre viaggiatore⁶³ sugli Orientali, i quali, dice esso, «conservano talmente le usanze antiche menzionate nella Storia Sacra e profana, che salvo la religione, si può dire che è ancora lo stesso popolo di due mila anni fa», noi siamo portati a conghietturare che quando si andava a fare visita a un grande personaggio usava farsi annunziare: ma che volendo invece entrare in una casa ordinaria si bussava alla porta, e si attendeva che sortisse il padrone per esservi introdotto.

Più tardi si ebbero le Floreali, feste istituite in onore della celebre cortigiana Flora, che legò al popolo romano tutta la sua fortuna. Queste feste che le donne dissolute consideravano come fatte per loro, si davano al circo e servivano di pretesto ai più infami disordini. Le cortigiane vi si recavano in gran pompa, ed una volta l

In suo onore fu eretto nel medio evo il chiostro di S. Silvestro, sulla cima del monte, e, si dice, sulle rovine di un tempio di Apollo. Per molto tempo questo chiostro fu celebre e visitato, come uno dei più antichi nella regione romana.

Pensò che non v'era tempo da perdere per scongiurare un tanto pericolo. Ringraziò fervorosamente il giudice processante: e senza risalire nelle sale, fece venire la sua carrozza, e non ostante che fosse notte inoltrata comandò al cocchiere di condurlo al Gesù, celebre convento dei gesuiti romani. A Civita-Vecchia.

In teatro ho veduto degli orrori. Qualche volta il pubblico, anche quello dei teatri meglio frequentati, diventa canaglia. Tengo nota di molti scandali avvenuti sotto i miei occhi a Milano ed altrove. Mi limiterò a citarne uno solo, che dopo quello delle fischiate e delle invettive toccate a quell'insigne letterato italiano che portava il nome di Ugo Foscolo, vuol essere annoverato fra i più mostruosi. Era promessa al vecchio teatro Re la rappresentazione di un nuovo dramma intitolato: L'indomani dell'ebbro, e n'era autore quel bravo e modesto Giacometti, il quale, per molti anni, sotto i rigori della dominazione austriaca, non aveva mai cessato di tener fermo a scrivere pel teatro. Il dramma doveva avere sette atti, o sette quadri, che si voglia. La gente era accorsa numerosa. Si alza il sipario la scena rappresenta una bettola, qualche cosa di somigliante ad un assommoir, dove operai e popolani d'ogni risma stanno bivaccando. Il protagonista non tarda a comparire. Si comprende. È un marito della classe lavoratrice, forse un buon marito, un buon padre famiglia, che viene a spendere nell'orgia dei bevitori il salario della settimana. Lo spettacolo della bettola non è molto attraente. Gli attori, mezzo ebbri, si presentano scamiciati e parlano un linguaggio che si accosta molto a quello usato dallo Zola nel suo celebre romanzo cui la Francia ha fatto l'onore di oltre settanta edizioni. Non si tratta che di un prologo; all'autore necessita di far ubbriacare il suo protagonista; il vero dramma dovr

Nessuno, meglio del chiarissimo professore Jonath von Schwächen della piccola ma celebre universit

Il vino non gli era mai tornato ostico: lo stomaco del celebre birro era citato nelle botteghe de' vinai come un esempio di vasta capacit

Di quei giorni ricevetti lettera di Eugenio da Roma. Aveva compiuti i suoi studi presso un artista celebre che era morto poco prima; però egli si trovava solo e sarebbe venuto a stabilirsi a Milano. Sperava di riaccostarsi in qualche modo alla sua infanzia riaccostandosi a me che ero stato fra i pochi suoi amici di quell'et

Il figlio, in vedendo le donne in quello stato, scioltosi dal cerchio dei festeggianti giovanetti, si slanciò presso la madre e, piegato un ginocchio, le prese una mano, che scaldò col fiato. Vi fu un quadro degno del più celebre pennello.

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