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Aggiornato: 2 giugno 2025
Giusto, voi non sapete che in letto anche sulla materassa sto male. È l'unica cosa alla quale non sono mai riuscito ad abituarmi. Il galeotto è incatenato alla branda. Ora, mettetevi nella mia posizione, e vedrete che darete la preferenza al pisolino sulla scranna dello scrivanello.
Una volta che egli vi accorda il permesso di sdraiarvi sulla branda, si sta meglio nella cella del raggio. In quest'ultima c'è più luce e aria più pura. Il guaio grave, secondo me, è che se m'annuncio ammalato mi si punisce sopprimendomi l'ora d'aria. Come, il mio malessere è forse dovuto alla mancanza di moto e d'aria libera e voi mi tappate in cella tutte le volte che vado dal medico?
Lo trovai nel letto della infermeria incatenato alla branda, con la cuffia di cotone bianco sulla fronte, che stava aspettando la sbriacatura. Che cosa fate? gli domandai. Non ho potuto alzarmi alla solita ora per un po' di vino brusco. Accidenti al vino brusco!
Ieri ero proprio in uno stato compassionevole. Ho dovuto domandare il permesso di adagiarmi sulla branda. Mi sentivo vicino al deliquio. Sdraiato, ebbi degli assopimenti leggeri. Mi pareva di essere in decomposizione. Rimasi più di tre ore col dorso completamente abbandonato allo stramazzo. Non sentivo più che il languore delle braccia ed un certo calore insolito alle tempia.
Gli pareva impossibile, come diceva lui, che un sacerdote, che indossava la veste talare da trentasei anni, questa veste, aggiungeva, «che mi fu compagna e amica nei tempi lieti e tristi», potesse essere diventato il 2557, con la gamella matricolata e con la branda in una camerata comune ch'egli doveva calare e piegare al suono di una campana! Era inutile abbandonarci alle malinconie.
Lo ascoltavano in silenzio, in piedi, tra una branda e l'altra, e lo lasciavano voltar fuori con dei viva l'amnistia! che forse lo facevano sorridere. A noi non disse che qualche parola insignificante e non parlò, con deferenza, che col Chiesi, il quale sembrava nelle sue grazie.
Quindi, lasciate le teorie astratte, si dá egli a tessere la storia delle contese letterarie degli italiani, incominciando da quelle che nel decimoquinto secolo il Poggio ebbe con Francesco Filelfo e Lorenzo Valla e Giorgio di Trebisonda, ecc. ecc., e scendendo giú fino a quelle tra'l Parini ed il padre Branda, tra'l Baretti ed il Bonafede, e ad altre ancor piú recenti.
Stava appunto mollificando la tela con la quale intendeva stringersi violentemente lagola. Alle tre e mezza lo si trovò sdraiato sulla branda, con la coperta fin su intorno al collo e la testa come affondata nel guanciale. Pareva addormentato, Il sangue gli aveva ammantata la faccia di un acceso bruno.
Ci diceva che il pescivendolo era alla spiaggia, che il tabaccaio era andato alla dispensa e che il pollivendolo non veniva in paese che tre volte la settimana. Si metteva al lavoro senza indugio. Il suo tavolino era tra il finestrone e la sua branda. Si perdeva su suoi fogli di protocollo fino a colazione.
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