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Aggiornato: 15 luglio 2025
Voi dovete intendere ciò che io non poteva pubblicar prima. Dato il moto lombardo, la zona d'occupazione, che si stende da Bologna in su, è perduta per gli austriaci coll'insurrezione della citt
È Giulio che vuole così, per il suo fratellino di latte. Poi Mea aveva dovuto, naturalmente, promettere di tornare spesso a Bologna..
Frattanto che era mai avvenuto delle minacce del Legato di Bologna, e delle intimazioni al Vergiolesi di sgombrar dal castello?
Povero Bardelli! Sicuro che c'era, pieno del solito zelo, della solita abnegazione; pieno di fede nelle promesse di Varedo che non si adempivano mai. Al fiasco di Bologna s'era rassegnato; gli bastava aver l'eleggibilit
A diciotto anni, più leggiadra ancora della sorella, alta, flessibile, bianca come una camelia, bionda cogli occhi neri, s'innamorò perdutamente di un giovane ingegnere, Silvio Tronconi, poverissimo e così gracile nella sua pallida bellezza che pareva una donna. Lo aveva conosciuto in casa di un'amica, dove lo studente si recava qualche volta a conversazione malgrado la selvatichezza dell'orgoglio, che gli faceva fuggire ogni occasione di feste per non mostrarsi nella ridicola decenza della propria miseria di orfano. Il mondo è severo cogli abbandonati, che hanno bisogno di conquistarlo per vivere, e se ne sentono la forza. Egli non aveva che una piccola pensione, appena sufficiente per non morire di fame, assegnatagli da uno zio, vecchio impiegato, il quale divideva così con lui la propria tutt'altro che lauta; quindi, venuto a Bologna per frequentare assiduamente l'Universit
L'esecuzione avvenuta nel dicembre 1909 nel Teatro Comunale di Bologna, mi procurò un successo di grande entusiasmo, critiche abiette e stupide, generose difese di amici e di sconosciuti, onore e copia di nemici.
Per tutta la stanza, alle pareti, alti stipiti in ebano: quattro scaffali, pure in ebano, di un lavoro squisito, con intagli di graziose figure, di fiori, di frutta, di colonnette: alcuni divani in raso nero, con filettature, nappe e frangie d'oro: su i tavolini, bronzi: il Mercurio di Gian Bologna, che stava lì sì bene; la Venere Callipige; varie piccole terre cotte di molto e molto valore.
Tra le molte è memorabile questa lettera che il Marini gli aveva scritta a Bologna dopo lo spavento della pistolettata del Murtola:
La scuola, chiusa da due mesi, non si riaprirebbe che ai primi di ottobre, nel tempo per tutti i villeggianti di ritornare a Bologna. Ma anche l
Oh quanti onesti sdegni gli convenne posporre, piú duri a lui che morte a trapassare, promettendogli la speranza questi dover esser brievi, e prossima la tornata! Quindi poi se n'andò a Bologna, dove poco stato n'andò a Padova, e quindi da capo si ritornò a Verona.
Parola Del Giorno
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