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Aggiornato: 13 maggio 2025
Fu la bizzarra per appiccar zuffa, ma il numer grande di que' saracini, e il timor di scoprirsi alla baruffa la tenne col cervel dentro a' confini, e fece come fa chi ride e sbuffa ne' difficili casi repentini, per mostrar del disprezzo e del coraggio verso qualche nimico poco saggio.
E voi, signore, da chi la tenete, voi? Questa dimanda, forse inattesa perchè audace nella bocca di un subalterno che parla al suo superiore, turbò Don Lelio. Don Lelio era paglietta. Egli aveva avuto non so che baruffa con la polizia, a causa di un processo di ladri, nel quale egli era risultato un po' manutengolo.
Alla dama consorte il ver celava; pur, perch'ella il vedea giuocare al lotto, ad un sí triste segno sospettava; ma finalmente scopre ch'egli è rotto, che le vesti e le cuffie le impegnava, e cominciava ad appiccar baruffa: ma invan con Filinor si grida e sbuffa.
Significa che va a spasso con Barbano, pranza con Barbano, vive nella stessa casa di Barbano, si lascia dar qualche bacio da Barbano, e fa baruffa con Barbano. Tutto Barbano, insomma! Allora peggio di Duccio? incalzò Bruno, stringendo e spiegazzando la lettera nel pugno. Non so che cosa abbia fatto Duccio! confessò il conte. Ma io Barbano non lo conosco! riflettè Bruno.
Anche l’almirante si era risoluto di dar volta. Dopo un altro giorno di esplorazione in quel golfo, che egli chiamò delle Frecce, e dove accadde a sette dei suoi uomini di far baruffa con una cinquantina di Siguaiani, ferendone due, e mettendoli nel debito rispetto verso gli uomini bianchi, Cristoforo Colombo pensò che fosse venuto il tempo di ritornare in Europa. Un bel vento gagliardo si era levato da ponente, e invitava a far vela. E più che il vento lo persuadevano parecchie altre ragioni: il cattivo stato delle sue caravelle, la poca fedelt
Sì no»; le ingiurie eran più che le parole; dalle parole si fu ai fatti: Sono Guelfi, sono Ghibellini, sono Raspanti traditori»; una frastagliata di minacce, poi para, picchia, martella: una soda baruffa si impegnò, peggiore della prima e di maledetto senno, per calmar la quale ebbero a fare e dire assai, parte i soldati, parte i prudenti e i nobili e il gonfaloniere; più d'uno restò morto sul campo, moltissimi ebbero di che ricordarsene per tutta la vita; ma come spesso nelle baruffe degli innocenti profittano i ribaldi, tra quel bolli bolli potè Ramengo pigliare il tratto innanzi, e tra il pigio della folla, andarsene a Dio ti rivegga.
La medesima sera nasce una baruffa tra' cittadini e soldati stranieri; si combatte, s'appicca il fuoco, e Pavia ne rimane incendiata. Esce Arrigo di essa e d'Italia, in gran fretta. Cosí va il mondo; quella che avrebbe potuto essere magnifica occasione d'indipendenza nazionale, non fu che di libertá cittadine; se ne contenti chi voglia. Chiaro è, un ardor di libertá scoppiava dall'Alpi a Cariddi.
L'anno appresso passa per Toscana e si fa incoronare imperatore in Roma da papa Giovanni XIX; ed ivi terza baruffa tra romani e tedeschi. Tutto inutile. Scende a Benevento e Capua, e vi si fa riconoscere all'intorno, risale a Roma, a Ravenna, a Verona, a Germania, lasciando tranquilli i pavesi, a patto che riedifichino il palazzo.
I nostri volevano spuntarla, i Francesi risoluti a vincere pur essi, o a morire; in loro prepotente lo studio di mantenere l'antica fama di prodi, nei nostri il furore di torsi via dalla faccia la turpe nota di codardi: si venne a battaglia manesca dove si adoperarono non pure le armi, ma i morsi; rotti gli ordini ne successe una baruffa promiscua donde uscivano aneliti, guaiti, e aria densa, e sangue.
Vienvi a campo l'imperadore, e sfoga il dispetto contra terre e castella; e poi, rotto dall'arcivescovo e milanesi, si ritragge a Cremona, e poi a Parma, dove sorge la solita baruffa tra popolo e tedeschi.
Parola Del Giorno
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