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Aggiornato: 10 giugno 2025


«Ah! questo è ciò che stava per dirvi, Messeri: lo trattiene l'uomo per concertare con lui su le difese del Regno: io vengo in sua vece, nobilissimi Baroni, ad esporvi lo stato delle cose; tanto basti per ora: le disposizioni per quello che ha da nascere noi non potremmo stabilire adesso, perchè, come ben vedete, non siamo una volta tanti di quelli che dobbiamo essere, e manca colui che è, o almeno si dice, nostro capo.

Intanto le cento voci de' baroni e de' soldati assembrati in quell'aula tornarono a farla risuonare di un alto e continuo frastuono. Avvinazzati come erano, e continuando ad avvinazzarsi, eransi gi

Il duca Roberto come capitano di guerra, seguito da’ suoi ricchi baroni, e da messer Bino Gabbrielli d’Agubbio potest

Voglio in queste pagine fare la storia, per sommi capi, di una delle più notevoli abbazie. Dal punto di vista storico e scientifico, Subiaco è certamente superata da Montecassino, e di molto: questo chiostro è il più antico antenato di quello che sorge presso il Liri; per tutto il medio evo anzi fu il faro solitario della scienza, come lo attestano oggi i suoi preziosi archivi e la dottrina diligente de' suoi monaci. Ma anche la storia di Subiaco è interessantissima per la cronaca degli avvenimenti del medio evo negli stati romani, ed è anche un quadro, ricco d'insegnamenti, del feudalismo ecclesiastico. Mentre intorno a questo chiostro si andava a poco a poco formando uno Stato feudale da lui dipendente, esso entrava come possente principato nella giurisdizione territoriale romana, il cui re era l'abate, ed i potenti baroni erano i monaci, ai quali per lungo tempo rimasero devote ed ubbidienti le citt

Il campione della Chiesa fa con la testa cenno di assentire, e si ritragge a sedere. L'altro si alza la vantaglia, che ognuno ravvisa Baccelardo, e comincia: Io accenno a cose, baroni, che le vostre signorie gi

Dopo si recò con lui nella sala d'armi, dove spesso soleva trattenersi co' baroni ed ufficiali francesi in esercizi cavallereschi, finchè venisse l'ora di accompagnare, insieme agli altri, il governatore in castello, dove ogni esso aveva per costume di comandare in persona qualche compagnia di fanti e di cavalli.

Don Francesco si guardò attorno adirato, e certo, se non avesse scorto alcuno, non avrebbe tardato ad insegnare al frate il modo di contenersi con uno dei più potenti baroni di Sicilia. Ma il mattino si avanzava: il sole appariva sull'orizzonte, e molti contadini passavano presso per avviarsi alla citt

D'indole più paurosa del suo fratello, e avendo avuto alcun sentore d'un sobbollimento popolare, non vide mal volentieri che al governatore si presentasse un'occasione per mostrarsi men duro del consueto, perciò comparso a tempo fra i baroni, acquetò ogni loro timore, dicendo che avrebbe preso sopra di tutte le conseguenze dell'ira di suo fratello.

I Baroni, obbligati dal Governo ad istituirne a proprie spese nelle loro terre vassalle, fecero una opposizione così gagliarda, che il Re ne mosse loro, a mezzo del Vicerè, acerbo rimprovero.

Del rimanente certissimo appare che gl'interessi comuni dell'isola si maneggiassero per un'adunanza federale; la quale per l'antico uso si chiamò parlamento, ma in altro modo che i soliti parlamenti si compose; mancandovi il principe, e fors'anco i baroni: poichè nel primo principio di questa repubblica, sol veggonsi legami tra municipio e municipio, sol dicono gli storici di congregati sindichi delle citt

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