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Aggiornato: 18 giugno 2025
Per cessare della luce non s'interrompono le opere di guerra; i Francesi ripararono durante la notte le ingiurie patite nelle batterie, ma co' lavori nuovi di poco si avvantaggiarono, imperciocchè la vigile fanteria romana molestando con fuochi incessanti i marraioli sconciarono i lavori che intendevano condurre intorno al casino Barberini; però cavarono una quinta parallela per riuscire a separare il Vascello dal corpo della difesa, il quale fin qui come guerriero ferito a morte, e giacente pur sempre pugnava, e di conserto col Bastione ottavo fracassò il cammino gi
Più tardi altre famiglie, nipoti di papi, come i Borghese, i Doria, i Barberini, presero piede in questa regione e tolsero ai Colonna la parte migliore dei loro beni.
In corte io conosco tali, che sicuramente vi darebbero favore; e so che voi trovereste i cardinali Francesco Sforza e Maffeo Barberini dispostissimi a secondarvi... Questo sarebbe qualche cosa... E come dovrei presentarmi io a cotesti porporati? Andate franco; voi li troverete informati di tutto .
Urbano VIII, capostipite di questa ricca casa, assegnò la commenda al nepote Antonio, nel 1633; da questo tempo i Barberini seppero molto bene seguire l'esempio dei Colonna, poichè per 105 anni l'abbazia rimase nelle loro mani; Antonio accrebbe anche la potenza del cardinale-abate; aggiunse al diritto di giurisdizione baronale anche quello vescovile, che fino ad allora avevano esercitato i vescovi confinanti di Tivoli, Anagni e Palestrina, sui diversi castelli.
I Borghese furono presto cacciati da Subiaco dai Barberini.
I Conti rimasero signori di questo luogo sino al 1575, nel quale anno si estinsero. Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa, non lasciò che una figlia, Fulvia, che portò in dote tutti i beni di famiglia agli Sforza. Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634 ai Barberini, e Camillo Pamphili, nipote d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto propriet
E tuttavia si avrebbero a ricordare, che il Cardinale Barberini poi Urbano VIII, andava in Parigi promettendo nonchè assoluzione indulgenza a cui ammazzasse fra Paolo, Clemente VIII, aveva concesso mediante uno elegantissimo breve in virtù del quale era dato facolt
Cosa stupenda, e nonpertanto riportata dai ricordi del tempo: poca ora dopo, nella stessa Roma, altri meditava la medesima impresa! Fu creduto che questi fossero mossi segretamente da Maffeo Barberini col mezzo dei suoi fidati: forse non era vero, ma egli procedeva molto acceso in questo negozio. Il fato della Beatrice, e la sua inclita bellezza lo avevano tocco profondamente. La diligenza ch'egli pose a procurarsene il ritratto, di cui parlerò fra poco, e gli onori che ottenne si rendessero alla salma della gentil donzella, assai aperto il dimostrano. Forse fu bont
Tuttavia il governo dei Barberini portò un po' di bene: Subiaco, per la sua posizione naturale, su di una ricchissima corrente di acqua, era specialmente adatta all'industria, e deve al primo Barberini le fabbriche di carta, di cotone e di stoffe colorate, che occupano e nutrono anche oggi alcune centinaia di operai; nulla però si è potuto fare per sviluppare queste industrie, poichè esse son rimaste un monopolio della commenda cardinalizia.
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