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Aggiornato: 12 novembre 2025
«Il caso e le condizioni della mia esistenza, alquanto vagabonda, mi hanno fatto conoscere molte persone e molti atti di queste persone che sono ignoti alla maggior parte della gente fra la quale vivono. Ho udito il mondo esaltarle o deprimerle con giudizi di errore e poche cose che mi hanno fatto altrettanto sdegno, altrettanta amarezza. Avevo forse appena tredici anni quando questi stupidi giudizi umani incominciarono a farmi soffrire. La mia adolescenza fu assai fantastica e ambiziosa. A sedici anni sognavo la gloria come un ragazzo, credevo poter diventare un grande scrittore e m'inebbriava l'idea di far giustizia colla penna senza rispetti umani. Forse, col carattere focoso e altiero che avevo allora, pensavo più a castigar degl'ipocriti che a premiare la virtù sconosciuta. Le mie illusioni, la mia folle ambizione caddero presto e di quell'ideale non è rimasta in me che un'alta, inaccessibile immagine; ma ho sempre pensato che invece di porre in scena caratteri non mai esistiti o fatti di rappezzi, il poeta dovrebbe portare intere ne' suoi libri le persone che ha conosciute nel mondo, rappresentandole secondo verit
Questi atti di disperata audacia costarono nuove vite di cittadini, ma non valsero a smuovere le falangi reclutate dall'avidit
Ogni anno poi c’incontriamo in documenti di siffatti prestiti negli Atti del Senato. Eccone alcuni. Si autorizza il Banco a prestare al Comune per la pubblica macellazione onze 5000 oltre le precedenti 12,000.
Si voleva dimostrare che il movimento romano non fu opera dei cittadini di Roma; ma fu importato dal di fuori; si voleva dimostrare che gl'imputati non furono spinti ai loro atti dall'idea patriottica ma sibbene da un vile interesse.
Voi, mi stillò all'orecchio l'indomani il prudente colonnello Plutino, al quale non gradivano forse questi atti d'indole popolare, vi addossate con troppa leggerezza la risponsabilit
Sono peggio delle peggiori! egli pensava. Si sentiva avvilito da quel che giudicava disprezzo di donna estremamente corrotta! Non sapeva chi lo trattenesse dal mostrarle con parole e con atti, in che conto ormai la teneva. Le lasciò andare le mani, e si mise a passeggiare su e giù per la camera, ruminando i vituperi di cui la stimava meritevole.
Che diceva il conte Gino? Credo che non dicesse nulla. Il nobile, l'intelligente, l'arguto Gino Malatesti era diventato un altr'uomo da quello di prima. Il panno appariva sempre quello, ma era un panno stinto. Del resto, anche così ridotto alla condizione di ombra, anzi perchè diventato ombra, adempieva con garbo al suo uffizio di signore e padrone alla moderna, cioè di compagno, di associato, di tutore, di tutto quel che vorrete, fuorchè padrone e signore. Per lui, dopo tutto, era sempre lì pronta una parolina gentile della moglie; a lui andavano di pien diritto, e non mancavano mai, gli ossequiosi saluti e gli atti di amichevole deferenza di tutto lo stato maggiore di sua moglie. Godeva infine di una societ
Teatro Re. Nos bons villageois. commedia in cinque atti per Victorien Sardou.
Percorse due o tre sale sontuosamente arredate, nelle quali se ne stavano contegnosi e muti una dozzina di antenati d'ambo i sessi; sulla tela, s'intende. Lorenzo Salvani fu guidato alla camera dell'amico, più che dagli atti ossequiosi del servitore, dalla voce medesima del Pietrasanta, il quale gridava dalla sua cuccia: Siate il benvenuto, amico Salvani!
Malgrado questo, quando si acconsente a qualche loro richiesta o si fanno dei regali, non fanno mai atti di stupore per la novit
Parola Del Giorno
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