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Aggiornato: 4 giugno 2025
Rigida, eretta sul busto, con gli occhi chiusi e le sopracciglia corrugate, sembrava guardasse attentamente e vedesse a occhi chiusi. Aldo capì sùbito che si trattava d'un caso di catalessi spontanea e ne fu atterrito, non potendosi render conto della cagione da cui veniva prodotto, nè delle conseguenze che avrebbero potuto seguirne. E continuava a chiamare, scotendola pel braccio: Èlvia!
Appena però potei riflettere, mi spiegai facilmente la sensazione provata. Savina aveva fatto un'insolita mossa delle pupille e delle labbra.... E immediatamente.... Ne fui atterrito. In quei primi mesi di intenso oblìo, poche volte il fantasma di Fausta mi si era affacciato alla mente.
Egli che va superbo di ballar così bene! Mi accorsi che accompagnavo quest'esclamazione col più giocondo riso. Ne rimasi atterrito. E pensai: Amerei forse questa pazza giovane che respinge da sè un nobile cuore, come un cencio, perchè l'uomo che glielo consacra balla troppo bene? Quando stavamo per entrare in citt
Atterrito dal pericolo presentissimo, precipitò giù per correre ad ammonire i suoi cessassero di spingere avanti; al contrario voltassero faccia, se non volevano perdere la Beatrice.
Mio Dio! mio Dio! mormorò la povera Nicolosina, giungendo le palme sul seno e levando al cielo uno sguardo atterrito. Siete bella, proseguì il Sangonetto molto bella, troppo bella, ve lo dico io, che me ne intendo, e, da vent'anni in qua, non fo che studiare di questa importante materia. Non vi aspettavate la mia visita, lo so; ma fuggivate quella d'un altro.
Il Signore chiama a sè l’angelo Gabriele, e così gli dice: «Va e porta in cielo l’anima di Mosè». E l’angelo attonito risponde: «Signore! Signore! Come oserò io dare la morte all’uomo di cui tutte le umane generazioni non vantano pari?» E il Signore chiama a sè l’angelo Michele: «Va e porta in cielo l’anima di Mosè». E l’angelo atterrito risponde: «Signore! Signore!
Tuccio di Credi mise un grido di alto spavento, che parve ruggito di fiera, e precipitò nello spazio. Il vecchio Acciaiuoli udì il tonfo del corpo sui gradini dell'altar maggiore e si ritrasse indietro atterrito. Poco stante si raccoglievano le membra sfracellate. In chiesa e fuori si credette ad una disgrazia.
D’improvviso, egli sentì sotto di sè muoversi qualche cosa di vivo: una rana! Gittò un grido, si levò, si diede a correre traballando, per mezzo ai salici, in una corsa grottesca ed orrida. Pel disordine de’ suoi spiriti, egli era atterrito come da un fatto soprannaturale. A un avvallamento del terreno cadde, bocconi, con la faccia su l’erba.
Il signor Galli, che conosceva tante miserie umane, il cui animo generoso, onesto, nobile, era rimasto contristato e atterrito da tante miserie umane, sospirava allora per quella povera signora, così buona, così affabile e tanto disgraziata, la quale doveva rinunciare ai suoi brillanti, alle sue perle, alle perle che essa si annodava con tanto amore e con tanta grazia, scotendo la testa, per allontanare i capelli biondi....
I carabinieri!... hanno saputo... son qui... ti metteranno in prigione! sai, la spada, l'elmo... non si poteva... scappa, ti dico! Maometto, sbalordito, atterrito, non volle udire altro: diede quattro urtoni a destra e sinistra, corse alla porta del cortile e via, come il vento, come un'anima dannata, in mezzo ai portici, agli orti, alle siepi, alle piante.
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