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Aggiornato: 4 giugno 2025


84 Il re chiede al Circasso, che ragione ha nel cavallo, e come gli fu tolto: e quel di parte in parte il tutto espone, ed esponendo s'arrossisce in volto, quando gli narra che 'l sottil ladrone, ch'in un alto pensier l'aveva colto, la sella su quattro aste gli suffolse, e di sotto il destrier nudo gli tolse.

I due Cavalieri italiani, riabbassate le aste, continuando il corso, si affrontano in Mirapoix il Siniscalco, e Jonville, il giovane Cavaliere; Mirapoix e il cavallo sotto l'asta del Cavaliere del fulmine vanno sossopra, e il peso dell'animale fiacca una gamba al caduto, che dai sergenti viene trasportato tutto doloroso fuori del combattimento; Jonville, quantunque côlto al cimiero premesse con le spalle le groppe del suo cavallo, e l'asta per lo spasimo gli sfuggisse di mano, nondimeno afferrata la spada voleva ricominciare lo affronto: il Cavaliere del fulmine gli spinge addosso il cavallo, e gli prende la mira sul fianco; guai a lui se l'avesse côlto, chè non avrebbe mai più vestito piastra maglia; ma il Cavaliere primo venuto vedutolo approssimarsi prese tempo, e gli dette tal colpo sopra la lancia, che sviatala dalla mira, si conficcò nelle coste del cavallo, si rimase, finchè tutta sanguinosa non apparve dall'altra parte: Jonville abbrividì a quel colpo, e considerando la sua vita andar salva per opera del Cavaliere primo venuto, porgendogli la spada gli disse: «Signore, la cortesia vostra mi ha conquistato

Allora il secondo si cacciò con un gesto brusco le mani in tasca e ordinò all'ufficiale di guardia: Faccia alzare le scale e rientrare le aste di posta. Faccia battere l'assemblea, prevenendo il commissario. I comandi risonarono, la tromba squillò.

Tre giorni erano passati, dopo che il signor di Vaussana aveva scritto e consegnato il suo passio alla contessa Gisella. Ed era anche, bisogna dirlo, una domenica d'autunno, bella, serena, ma fredda, per un certo vento di tramontana che incominciava ad annunziare la stagione più rigida, e spogliava frattanto del loro fogliame i poveri alberi della montagna; quelli, s'intende, che sogliono perderlo all'appressarsi dell'inverno, come i roveri e gli olmi, i frassini, i tigli e i nocciuoli. Ah, i nocciuoli, soprattutto, come son tristi, quando hanno perduta la bella gloria frondosa degli scudi smeraldini, non mostrando più che una scarna selva di negre aste intirizzite! Maurizio aveva gi

Il conte Gino seguiva con gli occhi tutte le curve graziose di quello specchio azzurro, mentre la cavalcata scendeva la costiera, in mezzo alle aste rossiccie di una macchia di abeti.

Omar si curvò sul davanzale della finestra e guardò fra i canneti. Vide muoversi delle ombre, alzare e abbassare delle lunghe aste che riconobbe essere dei fucili, poi sparire fra il fitto fogliame. Non potè trattenere una bestemmia. Ah! cane di Debbeud! esclamò. Impedir

I mercanti di balocchi, di dolciumi e di frutta avevano acceso delle lanterne sui loro banchetti; dinanzi alle baracche del circo americano e del carosello ardevano con larghe fiamme rossastre ed un fumaccio ammorbante alcune fiaccole di pece, e intorno allo steccato del ballo pubblico, ove in quell'ora parea concentrarsi il divertimento, spargevano un'allegra luce numerosi palloncini di carta colorata, pendenti in ordine architettonico dai festoni di mortella e in mezzo alle aste delle bandiere.

Evviva lo sposo! Mi sentii le briglie tra mano e la lancia alla staffa, perchè suonò la tromba. L'ignoto avversario mi venne incontro: alle punte opponemmo lo scudo, ma nessuno colpì, per il che, scagliate le aste, diemmo mano alle spade.

Dove andiamo? chiese Fathma, senza volgersi indietro. Dritti a quella gola che vedi laggiù, rispose Omar. Sferza o siamo perduti. La pianura fu attraversata alla carriera coi ribelli alle calcagna che percuotevano colle aste delle lancie gli affranti loro corsieri.

La mia mano sicura nel vergare le altre, diventava convulsa e tremante allorchè mi accingeva a scrivere questa. Ora le aste erano troppo convergenti, ora troppo divergenti; ora formavano un V diritto, ora un /\ capovolto; non poteva tracciare in nessun modo la curva, e spesso non riusciva che a formare una linea serpeggiante e confusa.

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