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Aggiornato: 16 giugno 2025


Lo stesso deve dirsi dell'oro, che dagli orefici vien adoperato per indorar i rami o gli argenti; stantecché, se finissimo non sia, non rende nell'operar quel colore piú gradito, che vediamo particolarmente ne' bellissimi dorati d'Augusta. La stessa ragione però milita ancora nelle monete d'argento.

Nella terza parimente si mostra che in alcune altre sorti di monete v'interveniranno rotti per cagion dell'alterazione delli valori degli argenti, delle leghe rotte, del numero variato delle monete alla libra degli istessi valori e della medesima lega, e similmente delle fatture variate dalle suddette.

La terza, che facciano provigioni di tempo in tempo, e particolarmente quando si dará principio all'osservazione delli presenti ordini, che tutti quelli, che porranno argenti nelle zeche per farli coniare, debbano ridurre la quinta parte di essi in monete minute, over altra porzione, come a' detti prencipi parerá, e di quelle leghe ch'essi conosceranno esser piú necessarie.

CRICCA. Dell'astrologo che ci rubbò li argenti. PANDOLFO. Io stavo col pensiero ad Artemisia e pensava che ragionasse di lei! Che cosa mi volevano restituire? CRICCA. L'argentaria. PANDOLFO. Cancaro mangia te e l'argentaria! CRICCA. Non vi basta l'aver perdute tante robbe; ed è il peggio, della burla che vi è stata fatta: e pur col pensiero ad Artemisia?

Tutti gridavano: a Filippo Argenti Al fiorentino spirito bizzarro In medesimo si mordea co' dentiPerchè di ciascuna qualit

Ed elli a me: <<Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disio convien che tu goda>>. Dopo cio` poco vid'io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: <<A Filippo Argenti!>>; e 'l fiorentino spirito bizzarro in se' medesmo si volvea co' denti.

Non si lavorerá per l'avenire nelle zeche d'altri ori ed argenti che di minère e grezi, o di opere antiche o rotte o simili, e non si rifaranno mai piú i danari. Ed a me pare che il dover voglia ch'ormai si ponga fine a cosí longo abuso del guastare e fondere le innumerabili quantitadi di diverse sorti di monete d'argento e d'oro per rifarne altre.

Ed elli a me: <<Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disio convien che tu goda>>. Dopo cio` poco vid'io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: <<A Filippo Argenti!>>; e 'l fiorentino spirito bizzarro in se' medesmo si volvea co' denti.

Quand'a Dio piacque, la peste cessò: ma non i mali della Valtellina. Poiché, ora col pretesto del passaggio, ora del bisogno, or dell'inquietezza, era ogni tratto riempita da quella ribaldaglia che si chiamava soldatesca, la quale diffondeva lungo il cammino malori, fame, mal costume. E quando era costretta andarsene, se ne faceva compensare con dei mille fiorini come d'un gran favore. Si dovettero vendere od impegnare gli argenti delle chiese, e gli abitanti erano messi a gravi tormenti per obbligarli a dare danaro ; tanto che i pochi residui della peste erano entrati nel disperato consiglio di abbandonare l'infelice patria, se per avventura il Feria, tornato governatore del milanese, non avesse adoprato di cuore presso l'imperatore, affinché di l

Ma sotto Arcadia ed Onorio imperadori vediamo che, per legge da loro emanata e registrata nel Codice, libro X, titolo ultimo, fu ragguagliata la libbra d'argento per 5 soldi d'oro. «Iubemus dice quella legge, ut pro argenti summa, quam quis thesauris nostris fuerit illaturus, inferendi auri accipiat facultatem, ita ut pro singulis libris argenti quinque solidos inferat». E perché la libbra pesava 72 soldi per la legge 5, Codice, titolo De susceptoribus del libro X, chiaro consta che 5 soldi d'oro valevano 72 d'argento, che è lo stesso che uno d'oro per 14-2/5 d'argento, ed è quasi la proporzione moderna.

Parola Del Giorno

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