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Aggiornato: 30 aprile 2025
Qui è Maccario, qui è Romoaldo, qui son li frati miei che dentro ai chiostri fermar li piedi e tennero il cor saldo». E io a lui: «L’affetto che dimostri meco parlando, e la buona sembianza ch’io veggio e noto in tutti li ardor vostri, così m’ha dilatata mia fidanza, come ’l sol fa la rosa quando aperta tanto divien quant’ ell’ ha di possanza.
Date, vi prego a me vera novella de l'alma mia che del mio cor uscita, voi seguendo, è venuta a farsi bella: che se da voi la misera è sbandita, ella senza voi stando e io senz'ella, non ritrovo al mio scampo alcuna aita. Dello stesso Quai d'eloquenza fien sì chiari fiumi luce che d'alto ardor mio core incendi, ch'aguagli tua virtù? Se la 've splendi a superno desio l'anime impiumi?
Se 'l vostro ardor, madonna, intiepidire potuto avessi col mio far dimora, vivere in vostro servizio e morire voluto avrei, né starne senza un'ora; ma visto quanto il mio star vi nocessi, per non poter far meglio, andare elessi. 60 Fortuna mi tirò fuor del camino in mezzo un bosco d'intricati rami, dove odo un grido risonar vicino, come di donna che soccorso chiami.
E rompendo talor, pari a torrenti, Fuor da le mura, a tanto ardor gi
Quando 'l raggio del bel, ch'in voi risplende, per l'orecchie e per gli occhi al mio mortale trapassa, o Donna, un chiaro ardor m'assale, che d'eterno disio tutto m'incende.
Al mio ardor fuor seme le faville, che mi scaldar, de la divina fiamma onde sono allumati piu` di mille; de l'Eneida dico, la qual mamma fummi e fummi nutrice poetando: sanz'essa non fermai peso di dramma. E per esser vivuto di la` quando visse Virgilio, assentirei un sole piu` che non deggio al mio uscir di bando>>.
Allora, stanco anch'io Dei furbi e dei cretini, Mi sentirò il desìo, Il santo ardor di più vasti confini! Stringerò nella mano Un nodoso bastone, E me ne andrò lontano Un balsamo a cercar, l'oblivïone... Andrò verso l'Oriente, Col sole sulla fronte, Guardando avidamente La linea circolar dell'orizzonte. E bacierò le siepi E i fiori per la via, E cercherò i presèpi Ove deporre la stanchezza mia.
la folla con mille arti e mille forme e mille accenti, rapida, incalzante, sempre diversa e sempre a sè davante sospinta in corsa, col suo mugghio enorme, coll’acre ardor della sua forza ansante.... E la madre cercò deserte vie ove accucciarsi come un can perduto. «Dio, che ti stai così lontano e muto nei cieli, Dio che vedi le agonie delle madri e dei bimbi, ajuto, ajuto!...»
O felici e sovramodo felici coloro che in lieta coppia, da pari ardor feriti, amor gli annoda, e senza sospetto alcuno di gelosia si godono felici insino alla morte! Entrato che fui dentro, le persuasi il mio fatto; non ebbi molta resistenza.
Quel giorno, che catastrofe! Ed io, mutando viso per non morire ucciso, fuggii... Fuggii sin qui! Romito, in un tugurio sinistramente muto, al regno che ho perduto penso la notte e il dì. Ah! come le memorie mi danzano d’intorno e tornano ogni giorno a dir: «tu fosti re!» Mi pesa questa maschera d’umile vecchio inetto, ribellasi nel petto il giovanile ardor.
Parola Del Giorno
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