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Aggiornato: 21 giugno 2025
E veramente sonno sole, come decto t'ho, però che in loro non è tenebre di peccato né ignoranzia, perché seguitano la doctrina della mia Veritá; né sonno tiepidi, però che essi ardono nella fornace della mia caritá, e sonno spregiatori delle grandezze e stati e delizie del mondo: e però non temono di correggere.
Qual fieri lupi entro selvaggia sponda, In cui fer scempio di lanoso armento, Sen vanno addrappellati, ove bella onda Spande con mormorio fonte d'argento; Orribil vista! d'atro sangue gronda L'ingorda bocca, e ne rosseggia il mento, Ardono gli occhi, e l'arator lontano Guarda tremante; egli bestemmia in vano.
Ardono i ceri; un'onda D'incensi e timïami Vaporan l'are; una pietosa, incerta Melodia le devote anime inonda; E, dentro a un nimbo avvolto Di profumi, di suoni e di splendori, La sacra ostia consacra, e preci ignote Mormora il sacerdote. Qual improvviso e fiero Tuono per li diffusi archi rimbomba?
Ed ora, lettori miei, voglio presentarvi un personaggio romano, che sta esposto rigido e morto sul suo letto di parata fra le torce che ardono, contemplato avidamente a bocca aperta da numerosa folla, particolarmente di popolani, che non osavano innalzare i loro sguardi verso di lui, mentre era vivo e che si levavano timidi e rispettosi il cappello quando passava nella sua carrozza di gala. Era un cardinale, ora giace in una sala del palazzo della Consulta, steso sul letto funebre rivestito delle sue principesche vesti rosse. Che meschino apparato per un uomo che governò lo Stato romano, ed il cui nome fu congiunto agli avvenimenti più grandi della storia contemporanea! La sala è piccola e non è delle più pulite. Le stoffe di seta nera del letto funebre sono vecchie, logore, macchiate, rappezzate in più punti, e di certo hanno gi
D’ogni basso livor tu l’hai detersa fuggendo: ed or memoria più non hai: sfiori, monda e leggera, il sempre e il mai, in pura infanzia dal lavacro emersa. Il liberato spirito si snuda pel battesimo sacro. Ardono gli astri al rito. E tu ti fai simile agli astri senza tempo, o mia vita, o vita ignuda. Sole, di fronte. Non c’è più nessuno. Chi odiammo, è lunge. Anche chi amammo, è lunge.
FILACE. I legni vecchi ardono piú volentieri e senza fumo. MANGONE. Sia benedetto Iddio, ché son uscito da quel fastidio: mi facea spender un tesoro per comprar muschio, zibetto e profumi.
Parola Del Giorno
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