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Aggiornato: 5 giugno 2025
Nei campi destinati al melgone, gli aratri andavano su e giù lungo i solchi, squarciando il seno alla terra nera, calda, bramosa di fecondazione. I bifolchi e i cavallanti camminavano al passo presso alle loro bestie, esortandole di tratto in tratto con le voci famigliari a cui esse obbediscono. Tutta Val Mis'cia era in moto. I fratelli Rampoldi dirigevano i lavori.
Partito lui, si va di mal in peggio; mentre vi spira l'ausura a gentile, Parca non sia, che file umana vita, e Morte a Pluto rieda, sol ombre ove posseda; rinverdasi da sé omai la terra; valete aratri, marre, falci e zappe! non più vepri saranno, cardi e lappe.
Tuttavia, accioché piú pienamente si creda non ogni parola avere allegorico senso, leggasi quello che ne scrive santo Agostino nel libro Dell'eterna Ierusalem, dicendo: «Non omnia, quae gesta narrantur, aliquid etiam significare putanda sunt; sed propter illa, quae aliquid significant, attexuntur; solo enim vomere terra proscinditur; sed, ut hoc fieri possit, etiam caetera aratri membra sunt necessaria.
Largo!... Da le sonore vôlte de l’officine, Dai rilucenti aratri, de l’orride fucine Da gl’infernali ardor, Dagli antri dove un popolo tesse, martella e crea, Da le miniere sorgo
E' il cannone, che mi guida.... Ed io volo sui torvi scoscendimenti d'un paesaggio scarnito e scavato dagli aratri tonanti della bora!... I miei baffi folleggiano al raddoppiar del vento soffiato dalla mia elica liberante. Ma qual presentimento, qual brusca intuizione rilancia verso la riva il mio desiderio?... Il massacro dei sottomarini.
Vicino alla stalla, sotto a una tettoia, dove stavano alla rinfusa carri e carrette, e aratri, e arnesi d'ogni genere, un vecchio, consumato dalla pellagra, preparava lo strame per le bestie: e la cavalla del dottore, buona e pacifica bestia, brucava tranquillamente l'erba ingiallita della corte.
Succederan de le rie trombe ai crudi Rimbombi suoni a belle danze eletti, E de gli usberghi in su le dure incudi Faransi aratri, e dei dorati elmetti; Allor le muse, e fioriran gli studi D'ogni bell'arte nei terribil petti, E sbandito il furor, porransi in sede A ben regnar vera Pietate, e Fede.
Lo ripeto, qui c'è da confondersi. Vorrei veder voi, lettori umanissimi, dopo una prima gita, tutta consacrata a formarvi un'idea del complesso, ed anche dopo una seconda, tutta spesa a vedere di corsa statue e gruppi di zinco, stivalini, manipoli di grano, ombrelli, aratri, velluti, ostriche, porcellane, lenti telescopiche, pelliccie, rastrelli, molini a vento, borse, bauli, pietre dure, scatole, mobili, bacheche, paraventi, conserve alimentari, arnesi scolastici, sottane, guanti, concimi, seghe, farine, carboni, diamanti.... e quasi quasi sarò per aggiungere, col Burchiello,
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