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Aggiornato: 27 luglio 2025


Poichè gli amici Jameson parlavano di voler essere per le feste di Natale nel seno delle loro famiglie, Ezio pensò di approfittare del loro replicato invito e affrettò con Andreina segretamente i preparativi del viaggio. Egli era persuaso che Flora l'avrebbe seguito col pensiero... ma ogni parola di addio non poteva essere tra lor due che uno strazio inutile o una volgare menzogna.

Andreina presentò l'uno all'altro: entrambi si salutarono appena, con un cenno del capo, senza stringersi la mano. Il Vharè non badò nemmeno al cavalier Frascolini, ma Sandro squadrava Giacomo da capo a' piedi: c'era assai più che la gelosia, c'era ferocia in quel suo occhio torvo iniettato di sangue, e ci fu un momento nel quale sfavillò con una fiamma sinistra.

Stasera canto!... Cercando una scusa, un'arma per difendersi, per farsi rispettare, non ne aveva trovata una migliore. Ma non era più, adesso, la Desirée Soleil che lottava contro il principe dei venti villaggi, no; non era che la buona Andreina, la quale sentiva di non poter invocare in suo aiuto l'onore, il pudore, perchè quell'uomo ch'ella amava, avrebbe potuto deriderla; e però disse quelle semplici parole stasera canto tremando e piangendo, le mani giunte e con un'espressione di sgomento così viva che faceva piet

Giacomo, vano e ambizioso della conquista della Soleil, non aveva mai apprezzato Andreina secondo il merito, e molto scettico, anche in fatto di donne, mentre si lasciava abbindolare da Lalla, credeva all'apparente indifferenza di Andreina; ma quando seppe, e lo seppe appunto poco dopo che la contessa Della Valle lo aveva piantato in quel bel modo, quando seppe che la diva aveva finito coll'ammalarsi per essere stata abbandonata, questa notizia fu per il Vharè una cara scoperta, e fu grato alla Soleil di amarlo a tal segno, sentendo nel suo cuore come un conforto, come un contraccolpo dal disinganno sofferto.

Questa combinazione lo meravigliò; alzò colla mano il piccolo orologio che Andreina portava appeso alla cintura e vide che non erano ancora le nove e mezzo. Guardò Andreina fissamente: era pallida, spettinata, col volto affaticato, cogli occhi lividi le labbra arse... A che ora hai ricevuto la lettera?... Colla prima dispensa, rispose Andreina tornando ad arrossire ed a turbarsi.

Avevo pensato d'ammazzarmi, è vero; ma la risoluzione è seria; ho creduto bene dormirci su... e ora... ho cambiato idea. Giacomo disse tutto ciò con un ghigno, con una smorfia dolorosa. E tu?... che vieni a fare così presto? domandò all'amica appena il servitore se ne fu andato. Sai, rispose Andreina, arrossendo, sono arrivati i danari di Schreiber.

L'Assunta, buona donna e affezionata alla padrona, si fermò un momento, sorridendo con malizietta affettuosa, poi, volendo farsi perdonare il tradimento, le disse forte, indicando l'orologio a pendolo della caminiera: Si ricordi signora; fra dieci minuti, al più tardi bisogna vestirsi per il teatro... Non c'era dunque tempo da perdere, e infatti, appena uscita la cameriera, Giacomo prese Andreina e la strinse fra le braccia mentre la diva, tremando tentava di allontanarlo, di difendersi e a bassa voce, per non essere udita dall'Assunta che preparava la cesta nella camera vicina, scongiurava Giacomo di non tormentarla, di andarsene, di aver compassione di lei.

Ti amerò sempre, le rispose il Vharè con galanteria. Andreina comprese la leggerezza di una simile risposta e sentì come un presentimento delle ore tristi che le si preparavano.

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