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Aggiornato: 8 luglio 2025
Non ci è, perché nel tuo cuore strecto non v'è né amore di me né di loro: tu ami solamente te medesimo d'amore proprio sensitivo, col quale amore aveleni te e altrui.
Di bisogno l'è, a volere vita etterna, che essi amino senza rispecto: non basta fuggire il peccato per timore della pena né abracciare le virtú per rispecto della propria utilitá, però che non è sufficiente a dare vita etterna; ma conviensi che si levi del peccato perché esso dispiace a me, e ami la virtú per amore di me.
ERASTO. Ma che dolcezze eran le vostre di goder quel corpo di cui l'animo non concorreva col piacere con voi? godevate un cadavero. CINTIA. Vuol la ragione che chi è amato ami, se non vuol essere ingannato. ERASTO. Nello amore non bisogna assegnar ragioni, perché è libero. CINTIA. Voi dunque perché ne assegnate tante contro di me?
Loredana tolse le mani dalle mani di Filippo e si alzò in piedi: fece alcuni passi come per uscir dalla camera, ma si fermò e si addossò al muro; piangeva in silenzio e le lagrime le scendevan giù per le guance. Filippo le si avvicinò di nuovo. Era pallido e la sua voce tremava. Disse: Sei offesa? Ella negò con un movimento del capo. Allora non mi ami d'amore, come ti amo io?
Fui colpevole, lo so, fui miserabile, fui terribile nella mia vendetta, ma tu mi avevi fatta diventare una iena assetata di sangue Abd-el-Kerim, perdonami in memoria di quell'amore che.... Quell'amore s'è spento nel mio cuore, l'interruppe l'arabo sordamente. Oh! non è possibile, non lo voglio credere, tu mi ami ancora. No!... No!...
Come poteva ella ricordarlo, avendo veduto una volta sola, e alla sfuggita, l’amico di Damiano, mentre questi non ricordava di averne proferito il nome, vedendolo apparire nella sala del convito? E poi, quel desiderio, manifestato da lei, che Cosma restasse! Gli amici dovrebbero star sempre uniti; bella ragione! Ma deve passare per la mente di una donna, che ami l’uno dei due?
Non mancheranno tesi lacci ed ami d'un adversario tuo, che 'nvidioso al don, ch'or ti darò, sotto velami di veritá cerchi farti ritroso a l'amistade nostra; ma piú bassi che puoi gli occhi terrai col piede ombroso. Muovi tu dunque accortamente i passi per questo calle che a man destra miri, onde al terrestro paradiso vassi.
Ahi quanto è trista la fortuna della donna! e come è male appagato lo amore di molte nelli amanti! Ahi trista me! che troppo amai. Lassa! che ad altri tanto mi diedi che non sono piú mia. Deh, cieli! perché non fate che Lidio me ami come io lui amo? o che io fugga lui come esso me fugge? Ahi crudel! che chiedo io? Disamar e fuggir Lidio mio?
La balia ieri sera mi parlò di te. Che cosa la ti disse? Che tu credi che io non ti ami più. È vero. domandò Elisa. Ebbene, ti giuro di no riprese con accento sincero il conte. Credilo, Elisa, io ti giuro che sento di non voler bene davvero che a te sola. Elisa sospirò, ma non disse parola. Però, siccome non sono capace di fingere con te, mia buona Elisa, ti dirò tutto.
LÚCIA. Che cosa? FILOCRATE. Quanto ha detto, qui, tua madre. LÚCIA. Ha detto cose assai. FILOCRATE. Non ti ricordi? Che tu ami tanto me quant'amo io te. Ma non lo credo. LÚCIA. Tu non sei cristiano, se tu credi sí poco. E perché questo non creder, sí? FILOCRATE. Perché vedrei gli effetti, se cosí fosse. Or che rispondi a questo? Non ti fare insegnar.
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